
La democrazia è sotto attacco. E su questo non ci sono dubbi. Che fare? Qui, invece, le ipotesi di risposta sono molteplici anche se poi, a ben guadare, tutto si risolve nel fare una scelta: intervenire o stare a guardare. Con un profondo eccesso di sintesi si può dire che sia questa la conclusione emersa venerdì sera da due ore di dibattito fra l’onorevole Enrico Borghi, deputato del Pd e e responsabile delle politiche per la sicurezza, il presidente del Consiglio regionale Antonio Mazzeo e Nicoletta Pirozzi, responsabile relazioni internazionali Istituto affari internazionali Iai. Dibattito che il vicedirettore de La Nazione, Piero Fachin, ha coordinato sul palco centrale del Dem Festival dandoi voce alle domande che in tanti ci facciamo da mesi. Perché è scoppiata la guerra in Ucraina? Quando finirà? C’è differenza fra le armi offensive e quelle difensive? L’accoglienza dei profughi a che punto è? Cosa succederà se la guerra durerà ancora molto? L’onorevole Borghi ha ribadito che le origini di questa guerra vengono da lontano e che l’immobilismo dell’Occidente in passato - vedi Cecenia, Siria, Bielorussia e Crimea - ha convinto Putin che quella in Ucraina sarebbe stata una ’campagna lampo’. "Difendere i deboli che vengono schiacciati da un prepotente è di sinistra? Io credo di sì - ha detto Borghi - Non è sufficiente dire che si vuole la pace e poi non fare niente. Il Parlamento in aderenza alle delibere dell’Onu e del Parlamento Europeo ha autorizzato l’invio di armi per difendere la popolazione ucraina e aiutare gli ucraini a difendersi dai russi". Nicoletta Pirozzi ha chiarito che: "Non dobbiamo farci illusioni, la guerra non finirà presto. Il problema è per quanto l’Europa potrà continuare ad avere la coesione che ha messo in atto finora. Parliamo di agroalimentare ed energetico e su questo l’Italia ha fatto proposte, ma andranno testate soluzioni diverse". Il presidente Mazzeo ha infine chiarito che per i profughi: "La Regione Toscana sta facendo la sua parte come sempre". E per fronteggiare la crisi energetica? Mazzeo è chiarissimo: "Dovevamo fare di più prima. Penso a quello che è accaduto a Piombino con l’acciaieria, alla politica industriale che non ha tutelato le nostre fabbriche . La Toscana è in grado di essere autosufficiente energicamente con la geotermia, ma la logica del ’non nel mio cortile’ lo ha impedito".
Francesca Cavini