REDAZIONE EMPOLI

La filiera corta della marijuana: nel podere scattano le manette

Blitz dei carabinieri in un terreno tra Certaldo e San Gimignano

I carabinieri di Certaldo con parte della droga sequestrata

Certaldo, 14 luglio 2016 - Insieme alla tenuta della quale era custode, si prendeva cura di svariate piantagioni di ‘erba’. Tre per l’esattezza. Tutte  con un sistema di irrigazione di ‘ultima generazione’, capace di nutrire quei germogli preziosi in maniera equilibrata. Una quantità industriale: oltre cinquecento le piante sequestrate, alte in alcuni casi 2,5 metri. Una foresta.

Un lavoro certosino mandato all’aria dal blitz dei carabinieri della Compagnia di Empoli, insieme ai colleghi di San Gimignano. Dopo settimane di indagini, ieri mattina, è scattata la perquisizione ‘autorizzata’ dalla Procura di Siena. Risultato: arrestato H. K., 50enne residente a San Gimignano, denunciati il figlio dell’uomo, appena 17 anni, e A. A., 33enne di Castelfiorentino. Per i tre, albanesi, l’accusa è coltivazione di sostanza stupefacente in concorso. Anche se non è difficile ipotizzare che la loro attività andasse ben oltre, puntando a rifornire il mercato dello spaccio tra Firenze e Siena.

La coltivazione era in una posizione strategica. In località Cusona, già San Gimignano, ma ad appena un chilometro dal confine con Certaldo. Lì si era concentrata l’attenzione dei militari fin dalla metà di giugno: movimenti strani, vai e vieni dalla boscaglia, li avevano convinti che ci fosse qualcosa da scoprire. E così è stato. Dopo appostamenti e controlli, ottenuto il decreto di perquisizione della procura, all’alba di ieri, i carabinieri di Certaldo hanno bussato alla porta di casa del 50enne, già noto alle forze dell’ordine, come pure il ‘collaboratore’ castellano. In casa sono stati trovati in due nascondigli 340 grammi di marijuana già essiccata. Tutta sequestrata, insieme alle piante verdi e rigogliose trovate poco distante da casa. Allevate al riparo da occhi indiscreti, nel fitto della vegetazione. Tre le coltivazioni: la ‘madre’ da 400 piante e due più piccole, rispettivamente da 110 e 6 ciascuna. Alberelli, alcuni tirati su in vaso, costati al 50enne ritenuto il boss dell’attività, arresti domiciliari e, oggi, processo per direttissima.