Sulla carta è l’appuntamento più conveniente dell’anno. Il consumatore si aspetta buoni affari, magari spera di trovare tra gli scaffali proprio quel capo invernale tanto desiderato ad un costo, finalmente, vantaggioso. Bentornati ai saldi di fine stagione. Che però negli ultimi anni stanno scontando gli effetti della ’svendita selvaggia’, sregolata e priva di controllo, soprattutto per quanto riguarda lo shopping online. Le promozioni permanenti ci pongono davanti a un interrogativo: i cari, vecchi saldi sono ancora appetibili? Se sarà una partenza frenata o – e questo è l’auspicio – una corsa agli acquisti, lo scopriremo a partire da oggi.
Ma il primo grande appuntamento commerciale dell’anno rischia di essere ’bruciato’ da un altro evento, quello delle svendite di novembre. Ne sono convinte le associazioni di categorie: il Black Friday svilisce il saldo invernale. Fa riflettere il dato apparso nella recente ricerca di Confesercenti: il 53% degli intervistati ritiene i saldi l’appuntamento più utile, a fronte di un ’solo’ 20% che indica il Black Friday. "Vincono i saldi, ma aumenta il numero di chi acquista in Black Friday e il 20% è un dato che preoccupa, una fetta non più marginale, ma rilevante – commenta Gianluca D’Alessio per Confesercenti –. Una percentuale che cresce e che va monitorata. Le promozioni del venerdì nero iniziano nel periodo tradizionalmente più importante per lo shopping, a cavallo tra fine novembre e dicembre. Partita come una giornata spot, nel tempo si è allargata ad interi weekend, poi a settimane. Sono saldi mascherati che prima di Natale non fanno bene alle nostre attività".
Della stessa idea Confcommercio. "Il consumatore è in gran confusione – conferma Alessandro Costagli –. Gli outlet usano il doppio prezzo tutto l’anno e questo non aiuta. A erodere il potenziale di vendita c’è, poi, l’online. Ci sarebbero da rivedere le leggi, se si vogliono salvaguardare i negozi tradizionali". Se è vero che le temperature rigide di queste settimane dopo un autunno piuttosto caldo potrebbero agevolare le vendite, resta il problema della data troppo anticipata, che torna a ripresentarsi puntuale ogni anno. Siamo agli inizi dell’inverno climatico e i negozi rischiano di ’regalare’ la collezione invernale prima ancora di averla venduta pienamente. Nei primi giorni lo sconto medio applicato sarà intorno al 30%.
"Sono lontani i tempi in cui c’era l’assalto ai camerini con la vetrina ancora in fase di allestimento – è l’analisi di Enzo Nigi, commerciante empolese e presidente Fismo (settore moda) Confesercenti Firenze –. Oggi c’è una larga fascia di consumatori che deciderà all’ultimo minuto se approfittare o meno degli sconti".
Senza sgomitare, dunque, per scovare taglia e modello giusto. "Il tema dei saldi non viene affrontato col giusto approccio – dichiara Nigi –. Non è un evento a sé stante, ma un appuntamento da inquadrare all’interno di tutta la regolamentazione delle vendite straordinarie. Sulla quale bisogna intervenire. Inutile posticipare l’avvio dei saldi di fine stagione, se poi è consentito proporre vendite promozionali tutto l’anno. È come chiudere la porta e tenere tutte le finestre aperte". Dalle svendite per rinnovo locali, ai ’fuori tutto’, la domanda è: chi vigila? "Ci sono poche regole scritte e tutte aggirabili, non c’è un corpo di vigilanza che controlla – è la riflessione a margine –. Ecco perché il cliente non aspetterà il saldo per comprare. È subissato di proposte a sconto 365 giorni l’anno, dentro e fuori dal web. Chi cerca l’affare è già a pancia piena".
Ylenia Cecchetti