"Mi sono accorto che, se sui montelupini impegnati, deportati o caduti nella Seconda Guerra Mondiale sappiamo a mio avviso ancora troppo poco, di quelli che hanno combattuto nella Grande Guerra sappiamo ancora meno. Come amministrazione pensiamo però che anche la memoria sia importante e anche in vista del prossimo 4 novembre ho lanciato questo appello sui social ai cittadini di Montelupo". L’assessore alla Memoria Lorenzo Nesi ha così commentato l’idea da lui stesso lanciata sui social network, in un post nel quale ha chiesto agli utenti montelupini di raccontare e di ricordare la figura, la vita e le vicende di eventuali avi che presero parte alla Prima Guerra Mondiale.
L’obiettivo primario di questa iniziativa è quello di scavare nel passato, facendo riemergere storie dei giovani montelupini che (al pari di coetanei di tutta Italia) ormai centonove anni fa dovettero lasciare il paese per combattere da soldati sul Carso, sulla Bainsizza, sul Piave e sui tanti altri luoghi-simbolo. Molti di loro non fecero più ritorno, e anche i loro nomi figurano sul monumento realizzato dopo la fine del conflitto (che venne poi danneggiato nel periodo fascista, quando per soddisfare la necessità di ferro per la fusione e la realizzazione dei proiettili) le notizie sul loro conto sono scarse. Persino sul numero effettivo ci sarebbe qualche dubbio: la targa che li ricorda posta sul lato nord e sul lato sud del monumento di piazza Matteotti è composta da 58 nomi, ma non è escluso che possano essere di più (in quanto sarebbero emerse discrasie fra i dati del Comune e quelli della banca dati del Ministero della Dofesa). "In questa indagine coinvolgeremo anche l’Università di Firenze, in una seconda fase – ha aggiunto Nesi – una volta che avremo a disposizione una certa quantità di materiale".
Cenni e storie che potrebbero in futuro finire in una pubblicazione a tema. "Notizie, documenti, fotografie: ogni cosa ci è utile per riportare alla luce le storie di questi soldati, che insieme formano un pezzo della nostra Storia – ha concluso, invitando i montelupini a ripercorrere la storia di un nonno, di un bisnonno o di un prozio mandato al fronte - attendo fiducioso informazioni nei commenti al mio post su Facebook o attraverso messaggi privati".
G.F.