Si trovano in mezzo al deserto eppure alcuni villaggi sono allagati. È nelle terre dei campi profughi saharawi, a sud dell’Algeria, che in questi giorni si sta svolgendo la ’missione’ coordinata dall’Asl Toscana Centro insieme all’associazione Medici Diabetologi - Centro studi e ricerche onlus, Movimento Africa 70 onlus (partner organizzativo), l’associazione Hurrìa e altri partner. Tra questi anche il Comune di Empoli, che partecipa con il sindaco Alessio Mantellassi a un viaggio che oltre alla solidarietà alle popolazioni (da decenni oppresse ed esiliate) vuole anche stabilire rapporti ancora più solidi di cooperazione internazionale.
Uno dei progetti, attivo dallo scorso anno, riguarda l’alleanza contro il diabete: una rete di sostegno alla cura dei pazienti saharawi. A tal proposito nella delegazione sono presenti le dottoresse diabetologhe Luisa Porcu e Francesca Spanu a prestare la loro attività professionale.
Le attività, svolte nella Wilaya di Auserd, legata alla Regione Toscana da un patto di amicizia e solidarietà, puntano a migliorare il controllo glicemico dei pazienti diabetici. Tra le attività anche la consegna di macchinari diagnostici negli ospedali e la formazione del personale medico-sanitario saharawi. Il progetto è sottoscritto all’interno di un protocollo d’intesa tra Asl e la onlus Medici diabetologi. Lo scorso anno, all’avvio del progetto, sono stati visitati in 5 giorni 120 pazienti affetti da diabete mellito. Durante la missione, finanziata dalla Regione, si proseguirà anche nel controllo della salute di queste persone, oltre a curarne di nuove. La veterinaria Alba Giorgio proseguirà invece un progetto avviato nel 2018 sulla sicurezza alimentare nel settore veterinario (nello specifico legato ad allevamenti e macellazioni).
"Dopo decenni di accoglienza da parte di Empoli verso le bambine e i bambini saharawi, stavolta è la nostra città che si fa carico di un viaggio nei deserti popolati dalle famiglie esiliate – racconta il sindaco Alessio Mantellassi –. Il sentimento di solidarietà è forte verso una realtà che nel quotidiano sembra lontanissima, ma che continua a vivere nelle ristrettezze e sotto una minaccia continua. In questi giorni incontrerò la comunità locale e le sue istituzioni per approfondire la conoscenza di questa parte di mondo da decenni in difficoltà. Vorrei che questo viaggio potesse rafforzare davvero l’attenzione verso queste comunità".
E anche l’Use Basket scende in campo per i profughi Saharawi con Mario Ferradini che partecipa al viaggio per capire come la società possa rendersi utile nel concreto. "Ad agosto abbiamo ospitato i bambini Saharawi nel nostro palazzetto, erano pazzi di gioia – spiega Piero Benassai dell’Use –. Da lì è nata l’idea di poter fare qualcosa di concreto". Ma come? "In passato abbiamo organizzato tante iniziative solidali, anche con l’Unicef – conclude –. Che si tratti di donare palloni, materiale sportivo oppure ospitare delle mostre durante le partite. Magari portare un canestro mobile o addirittura contribuire a realizzare un campo polivalente. Noi ci siamo".