
La moda rallentata dalla crisi. L’abbigliamento è in difficoltà. In sei mesi persi oltre 50 milioni
Il comparto più rilevante per valore di esportazioni in Toscana risulta il sistema moda che nel primo semestre ha realizzato 8,3 miliardi di euro di vendite all’estero, in leggero calo rispetto al 2022. Quali sono i settori che soffrono di più? Una quota rilevante è legata al distretto della pelletteria e calzature di Firenze – comparto rilevante anche per l’area empolese – che nei primi sei mesi ha realizzato 3,3 miliardi di euro di esportazioni (-261,8 milioni; -7,4%) e al distretto dell’abbigliamento di Empoli che si è attestato a 1,3 miliardi di euro (-58,6 milioni; - 4,4%). Per queste specializzazioni, fortemente inserite nel comparto del lusso – si legge nel monitor dei distretti della direzione studi e ricerche Intesa Sanpaolo – è opportuno sottolineare come questi risultati possano essere condizionati anche dalle politiche distributive: infatti, sia il settore dell’abbigliamento, sia la filiera della pelle mostrano importanti contrazioni delle vendite verso la Svizzera, che rappresenta un hub logistico per queste specializzazioni, e al tempo stesso maggiori flussi verso la Francia (nazione di origine dei principali operatori) e verso i mercati asiatici (soprattutto Cina) che probabilmente prima non erano serviti direttamente.
C’è anche un altro settore che registra una flessione e che, in parte, interessa la nostra zona: il distretto dei Vini dei colli fiorentini e senesi (-7,8%) che, per effetto della maggior esposizione verso il mercato nordamericano (49% nel 2022 rispetto al 29% per la media italiana), ha risentito del calo verso Stati Uniti (-15,4%) e Canada (-12,5%). Va evidenziato – precisa la ricerca – che queste specializzazioni, possono essere influenzate, oltre che da aspetti di domanda, anche dalla situazione produttiva, come si è verificato per esempio nella campagna del 2022-23 delle olive, che a livello nazionale ha mostrato un calo del -27%.
Gli scenari futuri. L’incertezza è alta. Nei paesi occidentali si va esaurendo la normalizzazione post-pandemica nei servizi e si iniziano a sentire gli effetti della restrizione monetaria. E c’è una diffusa aspettativa che la crescita globale rimanga su livelli modesti, favorendo un ulteriore raffreddamento dell’inflazione. È inoltre attesa una decelerazione negli Stati Uniti e in Cina, strategici per tutta la filiera della moda.
C. B.