EMPOLI
Mai tante opere del pittore oscurato da Masaccio. Una prima volta per Empoli che celebra Masolino da Panicale con una mostra spalmata su due sedi. La città omaggia uno dei più grandi artisti del Rinascimento. Un unicum, considerato che proprio due luoghi simbolo della cultura empolese raccolgono, a partire da oggi, il maggior numero di opere mai presentate dell’autore. È stata inaugurata ieri al Museo della Collegiata di Sant’Andrea e nella chiesa di Santo Stefano l’esposizione “Empoli 1424, Masolino e gli albori del Rinascimento“; fino al 7 luglio dal martedì alla domenica, dalle 10 alle 18, un tuffo tra le sfumature, le delicatezze e le ambiguità di un personaggio per molti versi misterioso. Si tratta della prima monografica non sistematica curata da Silvia De Luca, Andrea De Marchi e Francesco Suppa con prestiti da musei italiani e stranieri e collezioni private. Otto dei capolavori di Masolino - dei circa 40 conosciuti - non erano mai stati messi insieme in precedenza, e affiancheranno una trentina di altre opere, da Lorenzo Monaco a Giovanni Francesco Toscani e Bicci di Lorenzo.
L’esposizione celebra i 600 anni da quel 1424 in cui Masolino da Panicale affrescò a Empoli il Ciclo della Vera Croce proprio per la chiesa degli Agostiniani, di cui restano solo i disegni preparatori e pochi frammenti. È qui infatti che Masolino ha vissuto uno dei momenti decisivi di crescita stilistica. A Empoli ha lasciato alcune prove capitali come il Compianto sul Cristo morto nel battistero della Collegiata.
Promossa dal Comune di Empoli e dalla Fondazione CR Firenze, la mostra è diretta da Cristina Gelli. "Il titolo dell’esposizione – commenta la sindaca Brenda Barnini – pone l’accento sulla nostra città, spalancando le porte sul suo passato, su un periodo storico in cui artisti straordinari si sono incontrati e hanno realizzato qualcosa di unico. La mostra mette al centro Empoli, ci ricorda cos’era e cos’è oggi. È una proposta importante per tutto il territorio della Metro Città. Una proposta culturale che potrebbe attrarre importanti flussi turistici in città. Invito gli empolesi a non perdere questa occasione e auspico che la mostra possa far conoscere questo pezzo di territorio ad ancora più visitatori". Un turismo diffuso che renda giustizia ai paesi di provincia e alle periferie. Uno degli obiettivi della rassegna è ricostruire il contesto culturale in cui si mosse Masolino apprezzandone le tecniche.
"La novità era quella di dare spazio a una dimensione umana di Cristo – ha commentato don Guido Engels – mentre fino ad allora si era esaltata quella divina. I piedi ben ancorati a terra. Stare coi piedi per terra al mondo di oggi è una novità. Ecco un’occasione per tornare a guardarci negli occhi apprezzando le cose belle senza inseguire utopie". "Siamo lieti di aver contribuito – ha detto Bernabò Bocca, Presidente della Fondazione CR Firenze – anche con il prestito del Santo Evangelista di Gherardo Starnina che torna nella chiesa di Santo Stefano dove l’artista aveva lavorato agli inizi del Quattrocento. Aspettando l’ampliamento del Museo della Collegiata, la mostra arricchisce il patrimonio culturale empolese candidando la città a polo cultuale di rilevanza nazionale".
Ylenia Cecchetti