La Pesa non esiste più. Siccità e prelievi: è una strage di pesci. Salvataggi a ripetizione

Restano poche pozze d’acqua: cadevani e carpe seccano sulle pietre. Volontari in azione: recuperati cinque secchi di avannotti e ghiozzi. "È una battaglia di civiltà". L’assessore Nesi: "Il torrente sta morendo".

La Pesa non esiste più. Siccità e prelievi: è una strage di pesci. Salvataggi a ripetizione

Salvataggio di pesci sul torrente Pesa a Montelupo Fiorentino (Gasperini/Germogli)

La bassa Pesa da anni è assurta ad emblema nazionale dei cambiamenti climatici. Il bellissimo fiume (sarebbe comunque tecnicamente un torrente), che nasce tra i monti San Michele e Maione nel Chianti Senese (al confine con l’aretino) e si getta in Arno all’Ambrogiana di Montelupo (deviato nel XVI secolo per sistemare la villa medicea) dopo oltre 60 chilometri, nelle ultime miglia in estate ‘regolarmente’ sparisce. Evapora. E non è colpa dei soli cambiamenti climatici.

Già da tempo il Consorzio di Bonifica 3 Medio Valdarno ha rilevato un numero eccessivo di prelievi. Cosa ribadita anche dall’assessore Lorenzo Nesi che ha una delega specifica che in ogni caso dice tutto: "Adattamento climatico". Anche quest’anno è stato necessario salvare i pesci rimasti nelle poche pozze d’acqua sotto il sole dei 38 gradi. Cavedani, carpe e anche altri pesci sarebbero altrimenti destinati a seccare sulle pietre. Sono spostati più a monte in oasi con ancora acqua.

Ogni estate, tanti volontari si occupano della bassa Pesa: tra loro Michele Raugei e Giulia Bimbi. "E’ una battaglia di civiltà", dice e condivide sui social Michele Raugei. Battaglia che negli ultimi giorni si è trasferita anche sul piano istituzionale giacché Acque Spa vorrebbe scavare in bassa Pesa un pozzo: il Comune di Montelupo si è opposto. In tal senso le parole di Nesi sono state ferme. Con l’assessore ieri si è fatto il punto: "Abbiamo avuto una moria di pesci attestata in cui è intervenuta la Polizia provinciale il 10 luglio, meno di 24 ore dopo la perdita del deflusso, sotto il ponte della ferrovia a Montelupo. L’acqua ogni anno sparisce più repentinamente. Di morie ve ne sono state certamente molte altre, perché salvo poche pozze e luoghi dove l’acqua riappare, il torrente è già secco fino a Cerbaia. I volontari hanno già eseguito tre salvataggi, tirando via e mettendo in salvo cinque secchi di avannotti e piccoli pesci, anche di due specie presenti negli allegati della direttiva europea Habitat, ovvero il ghiozzo di ruscello e il barbo tiberino. Mentre il torrente muore si persevera nell’errore di chiedergli più acqua di quella che ci può dare. Siamo miopi e ciechi. Uccidendo il torrente, uccidiamo noi stessi". Riguardo al pozzo - riprende Nesi - "siamo vicini alla scadenza per la presentazione dei pareri in conferenza dei servizi. Quello del Comune sarà con tutta probabilità negativo, per il rifiuto di Ait (Autorità Idrica Toscana) di ammettere in conferenza i settori regionali competenti sui temi ambientali e della biodiversità. Comunque su questo appena il parere sarà pronto usciremo con un parere".

In ultimo però anche un segno di speranza: sul social ’In difesa della Pesa’ si descrive una pianta acquatica vista in un fontanile abbandonato lungo il Virginio, affluente di sinistra della bassa Pesa; è la Groenlandia densa, "una delle piante acquatiche - si fa presente - più rare d’Italia. Solamente poche segnalazioni e per lo più sull’arco alpino. In provincia di Firenze su Inaturalist mai segnalata".

Andrea Ciappi