
Il sindaco Mantellassi prende posizione annunciando la sua presenza "C’è bisogno di un’istituzione che operi per la pace con la diplomazia, le relazioni e la politica. Manifesterò con tanti altri amministratori".
di Alessio Mantellassi*
Il 15 marzo è stata convocata una grande piazza a Roma. Una piazza per l’Europa, principalmente. Quella piazza fu convocata dopo le parole del presidente statunitense che mettevano l’Unione con le spalle al muro, la scavalcavano e la mettevano a serio rischio. Fu convocata per dire che la pace va fatta, senza creare però nuovi schiavi, senza svendere un popolo, quello ucraino. Si acceleri la pace, sì, ma lavorando, più di quanto è stato fatto in passato, a una soluzione giusta e rispettosa della libertà del popolo ucraino. Ecco che quella manifestazione per l’Europa aveva ed ha molto senso: un moto di sano e radicato europeismo per chiedere più Europa. Più Europa politica, più politica estera comune, più capacità diplomatica, più difesa comune europea. Insomma serve fare l’Unione Europa, vera, politica e con istituzioni politiche autorevoli.
Poi il dibattito si è spostato, pochi giorni dopo, sulla proposta di riarmo proposta dalla Commissione, ma la manifestazione è una manifestazione per l’Europa, un moto a difesa di noi stessi. Una sveglia per prendere consapevolezza di ciò che l’Europa potrebbe essere e dovrebbe essere. Prima che armi, ci servono istituzioni europee forti. E una difesa europea. Il 15 aderirò a quella manifestazione. Lo farò insieme a tanti sindaci, insieme ai sindacati, agli scout, alle associazioni dei partigiani e degli ex deportati, a Don Ciotti, alle Acli, al mondo delle cooperative e a tantissime associazioni e partiti. Lo faccio perché voglio che l’Europa sia più forte e sia una Unione vera. Non voglio vederla in frantumi. Perché voglio un’Unione più forte di questa, che operi per la pace tramite la diplomazia, le relazioni e la politica. E anche perché c’è un pezzo di Europa che mi piace: quella dei finanziamenti per la rigenerazione urbana, per la mobilità sostenibile, per i teatri.
L’Europa delle persone che già esiste molto perché grazie a quell’Europa tanti pezzi d’Italia stanno cambiando in meglio. Penso al nostro ex ospedale, al teatro civico, ai lavori per rendere i musei più accessibili, al nuovo centro servizi di Ponte a Elsa. Mi piace l’Europa degli Erasmus, l’Europa del gemellaggio fra Empoli e Sankt Georgen an der Gusen, comune dove molti empolesi morirono nel campo di Gusen II durante la seconda guerra mondiale. Oggi camminiamo insieme insegnando ai giovani il dialogo e la pace. In questi giorni il nostro Comune, per mano dell’assessore Bensi, ha firmato un patto di amicizia con un comune francese. Anche loro hanno un teatro di recente costruzione e sono molti gli stimoli da condividere. Insomma in un mondo che rischia di dividersi di nuovo in grandi poli, io voglio essere per l’Europa, terra di pace, di sviluppo, di benessere e di diritti. E di libertà.
*sindaco di Empoli