
Al teatro di Montaione la consegna del riconoscimento dell’Istituto Gonnelli "Questi incontri fanno capire che si può scegliere di non agire con violenza".
Le pareti del teatro sono tappezzate dai lavori degli alunni delle scuole. "Cos’è violenza? E cos’è amore?". Lo hanno scritto all’interno di tanti cuori rossi in cartoncino, che non passano inosservati prima di entrare in sala. Scarpette rosse disegnate a matita, schizzi e parole, messaggi e pensieri appesi accanto alle locandine degli ultimi film in uscita. "Amore è aiutarsi", si legge. "Sì al rispetto, sì alla vita. No alla violenza". Ci passa davanti accolta da un applauso, Lucia Annibali, e poi cala il silenzio.
Per la prima edizione del premio "La Rosa Bianca 2025", l’Istituto Comprensivo Giovanni Gonnelli di Gambassi Terme e Montaione ha scelto lei. Avvocata del foro di Urbino, Cavaliere dell’Ordine al merito della Repubblica (onorificenza che le è stata conferita da Giorgio Napolitano nel 2013) ed ex deputata, da una decina di anni Lucia Annibali è diventata un simbolo della lotta alla violenza sulle donne. Gira per le scuole, incontra i ragazzi, condivide la sua storia con i detenuti dei carceri.
Un impegno civico faticoso: ma lei è instancabile. Si racconta a cuore aperto agli studenti che le chiedono chi fosse prima dell’aggressione, e chi è diventata oggi. Non si tira indietro, l’avvocata, ritornando a quel 16 aprile 2013. E’ una data spartiacque: il suo volto venne sfregiato con l’acido da due sicari mandati dall’ex fidanzato. Poteva essere la fine di tutto, ma Lucia Annibali ha scelto di rinascere. Ricominciare, con una forza di volontà granitica. Ci sono stati i lunghi ricoveri in ospedale, 26 operazioni, dolore fisico e psicologico. Ma c’è stata soprattutto e più forte di tutto la forza di trasformare quella ferita in impegno sociale.
Annibali è un simbolo di resilienza ed è per il coraggio del suo agire quotidiano che le è stato conferito il premio “La Rosa Bianca“, frutto del lavoro del professor Marco Catone, degli insegnanti di lettere dell’istituto Gonnelli, della commissione Memoria Storica e dell’insegnante Cristina Francalanci. L’incontro con gli alunni di seconda e terza media e la cerimonia di premiazione al teatro Scipione Ammirato di Montaione si sono svolti giovedì in un "momento molto emozionante - ha commentato la dirigente scolastica Maria Antonia Lai - E’ importante far confrontare i nostri ragazzi con chi si impegna ogni giorno per le battaglie civili. Un grande messaggio, questo, per una piccola scuola come la nostra".
Ad accogliere Annibali sul palco anche i sindaci di Gambassi Terme e Montaione. "La rosa bianca - è intervenuto Sergio Marzocchi in rappresentanza di Gambassi- è icona della libertà. Senza rispetto non c’è libertà. Il percorso educativo per far crescere i nostri ragazzi deve necessariamente attraversare questi concetti". In platea anche il vicesindaco di Montespertoli, Marco Pierini, e un’ex studentessa del Gonnelli, che per l’esame di terza media anni fa preparò una tesina sul tema della violenza di genere parlando proprio di Lucia Annibali. "Ha voluto essere presente oggi per stringerle la mano - ha raccontato il professor Catone - A dimostrazione del fatto che se i ragazzi colgono un senso nelle cose che la scuola propone loro, questo resta come patrimonio anche anni dopo".