I problemi della moda, che stanno colpendo con durezza le piccole imprese, anche dalle nostre parti, fanno pensare a problemi gravi a cui c’è la necessità di rispondere, anche se il quadro non è a senso unico, per ora e fortunatamente, poiché le grandi imprese sono per ora immuni dai drammi che si traducono in un numero molto alto di ore di cassa integrazione che, per i piccoli come gli artigiani si stanno esaurendo. E, secondo alcune valutazioni di parte sindacale e di esponenti del Pd, non si vedono interventi significativi per evitare il disastro che si potrebbe delineare sul fronte occupazionale. Gli incontri ai vari tavoli istituzionali non sembrano dare risultati certi e operativi nel breve periodo. Per cui nei sindacati il malumore si taglia con il coltello.
Alla Filctem di Empoli ci dicono che le richieste di cassa integrazione fioccano con una frequenza pericolosa, a carico delle imprese più piccole, come quelle artigianali, dei settori della pelletteria (dove il sole degli affari fino a poco tempo fa non sembrava potesse calare mai) e delle calzature, senza dimenticare il pronto moda, come quello di Prato (là l’export è in calo rispetto a Empoli dove invece cresce a doppia cifra), che si scontra con il problema di un mercato dove le imprese locali vengono surclassate da chi produce a prezzi ancora più bassi.
E infatti il problema non riguarda le aziende più strutturate della moda della nostra zona, quelle che esportano per capirsi, dove, al momento, "non ci sono problemi – dice Pinangela De Vincenti della Filctem-Cgil regionale – per le imprese di maggiori dimensioni", soprattutto se possono vantare sbocchi di mercato all’estero. Questa valutazione diventa difficilmente contestabile, poiché la sindacalista fa riferimento a un accordo sottoscritto con le grandi griffe della moda per segnalare le difficoltà. "E al momento non ne abbiamo, sempre considerando le imprese di maggiori dimensioni", fa notare De Vincenti. A questi problemi, come abbiamo visto, sono interessate anche le forze politiche. "Siamo di fronte a un ennesimo flop del tavolo della moda promosso dal governo dopo le molte, e giuste, insistenza delle parti sociali", dice il senatore Dario Parrini. "Sono sconcertanti e pericolosi i ritardi, le sottovalutazioni e la mancanza di attenzione e di impegni concreti che caratterizzano l’azione, anzi l’inazione, dell’esecutivo guidato da Giorgia Meloni di fronte alle gravi difficoltà di un settore cruciale per l’economia nazionale in generale e per quella toscana, e della zona, in particolare. Un comparto che in assenza di misure di svolta rischia seriamente di sperimentare un’ondata di chiusure di qui a qualche mese. Quel che è chiaro è che sul sostegno al credito e all’occupazione serve una dose robusta di risorse fresche e di interventi di supporto. Non chiacchiere, fumisterie e pannicelli caldi".
Bruno Berti