
L’aereo perduto Con il metal detector ritrovano i frammenti e ricostruiscono la storia
di Ylenia Cecchetti
Un indizio minuscolo per ricostruire una grande pagina di storia locale. Non c’è schieramento politico e non ci sono colori in questa vicenda: solo la voglia di raccontare il destino che ha portato in tempo di guerra quattro ragazzi "che non divennero mai adulti" a perdere la vita nei cieli di Vinci. "Che siano da una parte o dall’altra della barricata - racconta con emozione l’artefice della scoperta - poco importa. Trovato il tassello mancante, il puzzle ora è completo". Una storia che certo merita di essere ricordata.
Luca Merli conserva gelosamente i suoi documenti, ormai scoloriti, quasi illeggibili ai più: rari reperti cartacei sopravvissuti tra i tanti ormai andati persi o distrutti. Sono frutto di un’accurata ricerca effettuata tra gli archivi Usaaf (United States Army Air Forces) e i suoi privati, costruiti pezzo per pezzo negli anni. Membro fondatore del gruppo "Air Crash Po" di Soresina, Cremona, Merli è un cacciatore di aerei perduti. Viareggino trapiantato in Lombardia, il pensionato, "archeologo aeronautico", si dedica con passione, cuore e curiosità, alla ricerca di frammenti di aerei caduti durante la Seconda Guerra Mondiale.
"Poco più di un mese fa - racconta l’esperto, che ha all’attivo un centinaio di investigazioni su crash aerei - sono stato contattato dal prospettore Matteo Viciani, un giovane di Vinci che collabora con la nostra associazione. Mi mostra frammenti di alluminio rinvenuti tra le campagne intorno ad Anchiano. Un piccolo frammento in particolare, dalla forma leggermente ondulata, cattura immediatamente la mia attenzione. Non ci sono codici alfanumerici, ma quel pezzo sembra proprio appartenere ad un aereo tedesco". E così comincia l’affascinante indagine. Si tratta di uno Junkers JU52, un trimotore della Luftwaffe, l’Aeronautica Militare Tedesca impiegata nel secondo conflitto mondiale.
"Era un velivolo utilizzato per trasporto merci - spiega Merli - ma anche per armi, attrezzature belliche, truppe e per il lancio di paracadutisti". La zona del ritrovamento è quella intorno alla chiesa di Santa Lucia a Paterno, lungo la strada che dal crinale del Montalbano, scende al castello di Vinci incrociando la frazione di Anchiano, luogo di nascita di Leonardo. "Il motivo dell’impatto? Si presume un guasto meccanico". Rovistando in tutti gli archivi disponibili, Merli recupera i certificati di morte dei quattro membri a bordo del mezzo identificato.
La storia si fa sempre meno misteriosa, piano piano l’enigma si risolve. A perdere la vita, secondo quanto riportato nel rapporto tedesco di abbattimento, furono K. Elsner, C.Voller, H.Haschke e E.Theunissen appartenenti al IIITG1 unità di trasporto in transito dalla base di Tassignano, Lucca. "La ricerca è stata difficile ma appassionante. Mi ha portato fino all’aeroporto militare di Lucca dove operavano unità che utilizzavano questo tipo di aeromobile per approvvigionare le basi in Sardegna e non solo. In un altro documento trovo invece notizie su alcuni militari della Luftwaffe deceduti a causa di un incidente aereo. E il cerchio di chiude". C’è anche una data sul "crash di Santa Lucia di Vinci" ed è il 27 agosto 1943.
Questo non è il primo dei ritrovamenti curati da Air Crash Po nel nostro territorio. Torniamo al giugno del 2018. Con una cerimonia celebrata a Villa Reghini, a Sovigliana di Vinci veniva scoperta dall’amministrazione comunale la targa in ricordo del tenente Thomas Gomez, pilota americano che si schiantò a Vinci il 2 febbraio del 1945, a pochi mesi dal termine della Seconda Guerra Mondiale. Una vicenda drammatica e coinvolgente, catturata anche quella volta dal metal detector di Viciani che riportò alla luce, in quell’occasione, alcuni frammenti di un aeroplano americano di cui non si sapeva più niente.
Da lì partirono i contatti per ricostruire la storia. Il velivolo era proprio quello del tenente Gomez, precipitato oltre settant’anni fa nella zona di Petroio dopo lo scontro con un caccia di base a Pisa San Giusto, comandato dal tenente Morrow, impegnato come il collega americano in pattugliamento mattutino. Gomez rimase ucciso, Morrow si salvò.
"Ricostruire storie come queste; ecco cosa fanno i moderni archeologi del cielo. Abbiamo ritrovato venticinque velivoli solo nel territorio della Garfagnana, tanti altri in Lunigiana e nei territori limitrofi. Ne siamo certi - conclude Luca Merli - Altre sfide ci attendono".