L’affetto degli amici. Nella camera del ’Bara’ tra occhi tristi e ricordi: "Era il nostro collante"

La compagnia dello studente si abbraccia e apre il cuore agli aneddoti "Amava tutti ed era amato. Il pilastro del gruppo, il più presente. Impazziva per la sua moto ed era generoso, sempre pronto ad aiutare".

L’affetto degli amici. Nella camera del ’Bara’ tra occhi tristi e ricordi: "Era il nostro collante"

Gli amici hanno dedicato una maglietta a Leonardo Gozzi

Qualcuno è seduto sul letto, gli altri ’smanettano’ al computer. Sono una ventina, ma il campanello continua a suonare. C’è un via vai continuo in casa Gozzi, a Petrazzi, Castelfiorentino. Ieri gli amici storici di Leonardo hanno fatto visita a babbo Giampiero e mamma Stefania. "Non li lasceremo soli, mai. Siamo qui per tenere loro compagnia. Questo momento lo affronteremo meglio, se staremo uniti". E così si sono ritrovati tutti nella cameretta del ’Bara’, uno spazio troppo piccolo per contenere così tanto affetto. Il gruppo dei ’ganzi’, quello dei pomeriggi passati in motorino davanti alla Coop di Certaldo, ancora non ci crede.

Occhi tristi e cuore immenso: si abbracciano stretti vicino alla scrivania e scattano una foto di gruppo per metterla come sfondo del desktop sul pc. Così, il ricordo di un’amicizia tanto profonda, non svanirà. Sulle pareti celesti sono appesi poster e medaglie - quelle vinte da Leonardo col karatè - E poi il bersaglio delle freccette, i vestiti appesi all’armadio e le scarpe appoggiate in un angolo della stanza, come se quell’adorabile ’casinista’ dovesse tornare da un momento all’altro. Giada, Lucrezia, Martina. Alice, Gas, Croce, e poi Noccio, Memo, Dennis. Razza, Giotta, Pigna, Giusti, Cappe, Salva, Nikke, Donati. E potremmo continuare, "perché Leonardo amava tutti ed era amato. Un amico come pochi - raccontano i ragazzi - Il pilastro della compagnia. Era il collante, il più presente. Quello che portava gente, sempre pronto ad accogliere".

"Impazziva per la sua moto. Ma era generoso, la faceva anche provare agli altri nel piazzale - i ricordi si rincorrono - Non passava giorno che non ci vedessimo. Il nostro punto di ritrovo era il porto sicuro, che ci fosse la pioggia o il sole, tutti lì. Alla Coop". A sognare, a fare progetti come quello della prima estate insieme. "Siamo andati tutti a Follonica e ci siamo divertiti un sacco. Parlavamo del concerto di Rondodasosa, gli sarebbe piaciuto. E per domani Leo aveva proposto una cena al sushi", dice una delle amiche storiche. Sono tutti rannicchiati tra la scrivania e la porta e parlano, sorridono in quella cameretta dove Leonardo ascoltava la musica e giocava alla play.

La stanza "dove si chiacchierava del più e del meno ogni pomeriggio dopo la scuola" è diventata un tempio dell’amore. Qualcuno dei ragazzi non ci è ancora tornato a scuola dalla maledetta sera dell’incidente. "Ma con le prof affronteremo il tema", dicono abbassando lo sguardo. Sta organizzando tante iniziative, il gruppo, per onorare la memoria dell’amico.

"Ieri pomeriggio durante la partita di basket alla scuola Carducci abbiamo indossato delle t-shirt speciali con frasi tipiche di Leo, o che ce lo ricordano". Una è uguale per tutti: "Sbrigatevi a vivere, sbrigatevi ad amare, perché nessuno sa quanto tempo resta da vivere". Domani un’altra occasione per tenere viva la memoria, a Casenuove, quando si giocherà Certaldo-Gambassi alle 18,30. "Oltre alle maglie ci saranno striscioni". Era uno tsunami, il Bara. Altruista. Sempre per gli altri. "E ora tocca a noi esserci per lui".

Ylenia Cecchetti