Il telefono squilla come in un call center. C’è un gatto investito che ha bisogno di cure, un trovatello che vaga deperito. E poi cuccioli, tanti. C’è quel micio anziano che non ha più una casa da quando la padrona è passata a miglior vita. Senza contare gli abbandoni, fenomeno che in estate, torna a bussare con insistenza alla porta dell’associazione Aristogatti di Empoli. Chiamano da Fucecchio, da San Miniato, da Prato e l’emergenza cronica in questi giorni si è fatta insostenibile. Gettare la spugna è una tentazione forte. Ma a tenere in piedi i sei volontari impegnati nella cura degli amici a quattro zampe, c’è l’amore. Almeno quello, resiste.
Sono esasperati dal gattile empolese, la lista dei problemi è riassunta in una lettera aperta. Un sos indirizzato alle amministrazioni comunali dell’Empolese Valdelsa, parole per scuotere le coscienze dei cittadini, richiamati alla responsabilità. Perché adottare non è un gioco e la onlus non riesce più a farsi carico di tutti. "Siamo un servizio pubblico - si sfoga Stefano Maestrini, il portavoce degli Aristogatti- Un’associazione convenzionata con soli 5 comuni rispetto agli 11 ai quali viene erogato il servizio per le catture dei randagi e la gestione delle colonie feline. Siamo allo stremo. I contributi elargiti non bastano per il numero di gatti che seguiamo; il prezzo dei prodotti per l’alimentazione è raddoppiato, per non parlare dei medicinali". Il conto è presto fatto. Da aprile a giugno sono stati accolti e curati più di 80 cuccioli e 20 gatti adulti (la maggior parte di questi in precarie condizioni di salute). Per i cuccioli i costi sono alle stelle: "fra visita veterinaria, esami e sverminazione siamo intorno ai 50 euro a gattino, salvo complicazioni che sono frequenti. Con i fondi a disposizione toccano appena 6 centesimi a gatto per una scatoletta che non costa meno di 0,60 centesimi. La spesa sale per l’allattamento: per 4 cuccioli al mese servono 75 euro di latte in polvere". Ci sono poi i circa 170 pelosi stanziali e le colonie che contano circa 300 gatti. "L’emergenza è continua ma ora siamo a rischio chiusura. Siamo insolventi con alcuni studi veterinari che ci assistono nonostante debbano essere pagati. Ci possiamo permettere solo piccoli anticipi. O cibo o curare i mici". Da qui l’appello "a chi finora ci ha dato fiducia, alle amministrazioni con le quali collaboriamo e a quelle che non ci hanno mai sostenuto. Abbiamo bisogno di aiuto. Siamo la prima associazione sul territorio per donazioni ricevute dal 5 per mille e agli empolesi che da anni ci supportano siamo grati. Ma quest’anno la liquidità non è bastata a coprire neppure un debito". L’ultimo appello è per trovare volontari. "Non possiamo permetterci di ammalarci, o sono guai. Serve una mano. All’orizzonte c’è la costruzione del nuovo gattile che potrà incentivare anche la voglia di aiutare. Facciamo in modo che non resti un sogno".
Ylenia Cecchetti