
L’area di Arnovecchio sarà ‘sfruttata’ per un progetto pilota che porterà alla realizzazione di nuovi impianti irrigui a beneficio degli agricoltori della zona. L’area delle ex cave ha infatti tutte le caratteristiche per essere trasformata in un invaso di raccolta d’acqua da cui attingere, permettendo all’agricoltura locale di non dipendere più dalla variabilità del meteo.
"Gli invasi sono la soluzione ai problemi di approvvigionamento idrico – spiega Marco Bottino (nella foto piccola in alto), presidente del Consorzio di Bonifica 3 Medio Valdarno – Nella zona empolese, nell’area di Arnovecchio, potranno essere realizzate delle vasche di laminazione, ovvero serbatoi di stoccaggio delle acque piovane. In questo modo gli agricoltori della zona si troverebbero a disporre di un approvvigionamento continuo e costante, potendo decidere qualsiasi tipo di coltura praticare senza dover più legare la loro produzione alla stagionalità delle piogge, che a causa dei cambiamenti climatici sono sempre meno prevedibili". Mettere a disposizione un bacino d’acqua cui attingere è anche una buona pratica ecologista.
"Con un impianto irriguo che attinge da un serbatoio d’acqua – prosegue Bottino - si evita che si vada a prelevare dai fiumi o dai pozzi privati, che sono attività anti-ecologiche. Invasare l’acqua è fondamentale". La Toscana in tema di risorsa idrica è maglia nera. "Soltanto il 9 per cento della superficie agricola utile è irrigata – dice il presidente del Consorzio 3 Medio Valdarno – Questo non è assolutamente sufficiente. Non possiamo pensare di avere agricoltura fra venti anni senza una progettualità che metta l’irrigazione in primo piano". La Regione Toscana è conscia del problema e ha iniziato a mettere in atto delle contromisure. Proprio per sostenere nuovi interventi di irrigazione sono state messi a disposizione circa 1,2 milioni di euro da suddividere fra i vari consorzi di bonifica.
La questione degli invasi, laddove è possibile realizzarli (servono pendenza e una certa portata del fiume), sta a cuore agli agricoltori, la cui produzione è sempre più condizionata dai capricci del meteo. Ne sa qualcosa Carlo Guiducci, di Montespertoli, titolare dell’omonima azienda agricola. "L’ultimo inverno non è stato piovoso, ma il vero problema si presenta ora perché non abbiamo riserve d’acqua stoccate – dice l’imprenditore agricolo – Bisogna iniziare a dotarci di bacini e invasi per la raccolta idrica. Bisogna riuscire a contenere e conservare sul territorio l’acqua delle piogge invernali, invece di farla andare al mare attraverso i fiumi. Sicuramente – prosegue Guiducci – chi è dotato di pozzi privati sente meno il problema, ma progetti di impianti irrigui aiuterebbero tutti".
La pianta che riceve acqua in modo discontinuo si ‘stressa’ dando una produzione quantitativamente e qualitativamente inferiori. "I trattamenti anti stress costano specialmente per chi, come me, fa una produzione biologica di olio, vino e grano – sottolinea Carlo Guiducci -. Per aiutare le piante a mantenere il naturale equilibrio utilizziamo trattamenti a base di alghe o con estratti di legno che hanno un effetto corroborante, ma un costo maggiore". Gli agricoltori guardano con preoccupazione alle settimane future che si preannunciano estremamente calde e asciutte. "Se continua a non piovere, la possibilità che le piante vadano in stress idrico è sempre più concreta", conclude l’imprenditore.
Irene Puccioni