Alla fine dell’Ottocento e nella prima metà del Novecento le famiglie empolesi dell’aristocrazia del denaro diedero vita a una serie di attività imprenditoriali che le vedevano impegnate insieme. Si può parlare di un potere, certo non indiscusso (i sindacati appena nati si facevano sentire), ma armonioso, che portò allo sviluppo e alla prosperità di Empoli e della zona. Per dare un’idea, parliamo delle capacità imprenditoriali, perché anche di questo si trattava, dei Comparini, Montepagani, Parri, Taddei, Vannucci, Bini, Mainardi, Rigatti e Del Vivo. Li accomunava un tratto, quello di avere interessi sia in agricoltura che nell’industria, la terra promessa del futuro.
CronacaL’aristocrazia del denaro al lavoro