I numeri restituiscono una certezza: il censimento annuale degli uccelli acquatici svernanti parla di 13.256 presenze complessive, che collocano il Padule al primo posto fra le zone umide di tutta la Toscana. Nel 2024 c’è stata una diminuzione delle presenze in molte aree della regione – spiega una nota –, ma per il Padule di Fucecchio il dato è rimasto sostanzialmente stabile nell’ultimo decennio: quasi sempre sopra i 12mila uccelli acquatici censiti. Analizzando i dati per aree, si vede che comunque 4889 uccelli acquatici (il 36 per cento del totale), sono stati rilevati all’interno della riserva naturale pistoiese che rappresenta solo il 10 per cento della superficie della zona umida. Considerando il dato relativo agli anatidi e folaghe, le specie più sensibili al disturbo antropico, si nota che le aree protette Le Morette, Righetti-La Monaca e Il Coccio ospitavano il 56 per cento di questi acquatici, ben 4060 sui 7226 totali.
Il censimento, promosso a livello di grande area biogeografica da Wetlands International e svolto in Italia sotto l’egida dell’Ispra, è organizzato in tutta la regione dal Centro Ornitologico Toscano, che nel Padule di Fucecchio si avvale del supporto locale del Centro di Ricerca-Le operazioni di conteggio, a piedi e con imbarcazioni, hanno coinvolto quest’anno dieci rilevatori abilitati dall’Ispra, con il supporto di 24 collaboratori. Nel corso del censimento sono state rilevate – viene spiegato – ben 36 specie per un numero complessivo di 13256 uccelli, fra cui spiccano le Alzavole (4685), per le quali il Padule si conferma una delle aree più importanti della Toscana. Di grande rilievo i dati per il Mestolone (626) mentre alcune specie di notevole valore conservazionistico, come il Moriglione (163) ed il raro Mignattaio (346), fanno registrare un vistoso calo rispetto all’anno precedente. Non sono mancati gli avvistamenti di specie rare come la Cicogna bianca (13 esemplari svernanti), il Fistione turco e il Marangone minore (73), che nella stagione riproduttiva 2023 aveva nidificato nelle garzaie di Fucecchio e Sibolla.
I risultati confermano quindi il valore naturalistico della più grande palude interna italiana, ma anche l’importanza della gestione tecnico-scientifica effettuata nella parte protetta per oltre un ventennio, nonostante i problemi gestionali degli ultimi anni.