
La classe 5^ A della scuola Primaria di Cerreto Guidi
CERRETO GUIDIQuando pensiamo alla parola giornalista immaginiamo un uomo con giacca, cravatta, microfono, un’ottima parlantina e infine un’aria allegra, ma è davvero così? Abbiamo scoperto che il giornalismo è costellato dalle storie di giornaliste donne. Nelle nostre ricerche abbiamo conosciuto il caso singolare di Dorothy Lawrence, nata nel 1896 a Londra.
La sua storia è molto particolare perché per esercitare la sua passione di giornalista addirittura si camuffò da uomo per farsi arruolare dall’esercito britannico. Dai campi di guerra ogni sera Dorothy scriveva tutto ciò che faceva su un taccuino che non sappiamo se fu ritrovato. La sua intraprendenza fu riportata su un libro che non ebbe successo. Morì in un manicomio a 76 anni.
Ad oggi il numero di giornalisti che si occupano della tematica della guerra sono aumentati notevolmente perché la guerra è documentata grazie ai mass media. Il lavoro del reporter è molto difficile e rischioso in quanto durante gli spostamenti nei luoghi di guerra il giornalista mette a repentaglio la propria vita. Chi documenta la guerra è spesso in trincea o nei posti dove ci sono sparatorie, esplosioni, rapimenti e raid aerei e terrestri. Un esempio da non dimenticare è la reporter morta a 51 anni durante un raid in Cisgiordania, Shireern Abu Aklehn. La reporter era una giornalista palestinese e nella sua carriera ha fatto tanti reportage e inchieste sulla guerra tra Israele e Palestina.
Tra i famosi casi di giornaliste reporter di guerra è doveroso citare quello di Ilaria Alpi, che lavorava come inviata del Tg3. Durante un’operazione a Mogadiscio lei e il cineoperatore Miran Hrovatin vennero assassinati perché vittime di un agguato mirato alle loro persone. Un’ipotesi è che stessero indagando su un traffico internazionale di armi e rifiuti tossici illegali. La madre di Ilaria Alpi intraprese una battaglia per cercare la verità e far cadere ogni sorta di depistaggio sull’omicidio della figlia e del cameramen.
Questa storia ci ha insegnato che la ricerca della verità può avere un prezzo molto alto come nel caso di Daphne Caruana Galizia, una giornalista che è stata vittima di una bomba messa dentro la sua auto, perché aveva denunciato molti politici importanti; lei è diventata un simbolo dei giornalisti minacciati a causa del proprio lavoro. Fare giornalismo non è sempre facile e può diventare pericoloso specialmente quando si prova a raccontare la verità dai luoghi di guerra, sui regimi, su persone potenti o su traffici illegali.