REDAZIONE EMPOLI

"L’emergenza ambientale è grave". I Marlene Kuntz fra suoni e rabbia

Il 29 la band sarà al parco Serravalle con brani che attraversano trent’anni di carriera e un inedito

I Marlene Kuntz è un gruppo rock alternativo nato nel 1989

I Marlene Kuntz è un gruppo rock alternativo nato nel 1989

EMPOLI (Firenze)

Nell’attesa di spostarsi in Europa, quando sarà già autunno, l’Estate Catartica dei Marlene Kuntz prosegue il 29 agosto al Beat Festival di Empoli.

Nel corso della serata inaugurale della rassegna al Parco Serravalle, Cristiano Godano & Co. proporranno undici delle tredici canzoni (più un inedito) entrate trent’anni fa tra i solchi del loro folgorante album di debutto assieme ad altre reliquie anni Novanta come “Ape regina”, “Come stavamo ieri”, “Ineluttabile” ed altre. C’è pure “Aurora”, gioiello dell’ep “Come di sdegno” dato alle stampe sempre di quel periodo.

"Se i concerti di primavera sono stati una bomba, questi sembrano esserlo anche di più" anticipa Godano.

"Ovviamente, pure la tranche estiva del tour di ‘Catartica’ è dedicata al nostro ex batterista Luca Bergia (scomparso lo scorso anno - ndr)".

Intanto lei è tornato in libreria con “Il suono della rabbia”, volume in cui raccoglie i “pensieri sulla musica e il mondo” affidati nel tempo alle pagine della rivista Rolling Stone.

"Pure nel disco c’è un sentimento paragonabile alla rabbia. Per fortuna quando scrivo ho la capacità di mitigare questo sentimento rabbioso in una riflessività diversa con gli strumenti dell’affabulazione e del cercare ad essere equanime nell’esternazione del mio sentire. Ma nei miei scritti ci sono pure altri sentimenti quali il dispiacere e la frustrazione per come vanno le cose nel mondo".

Si deve a questo il sottotitolo un filino rude del giro di concerti “Complimenti per la festa! Una festa del ca**o” attinto dal testo di “Festa mesta”?

"Se uno riflette su quel che sta accadendo nel mondo non può non essere triste e arrabbiato. Basta ricordarsi del riscaldamento climatico, delle guerre, delle estreme destre di nuovo in auge un po’ ovunque che sembrano destinate a diventare il leitmotiv dei nostri prossimi anni. Sono tornate a riempirsi le piazze perché la gente è impaurita e, invece di star lì a digitare commenti sui social, preferisce scendere in strada".

L’emergenza più grossa?

"Per me rimane quella ambientale. Gran parte dell’umanità non ha ancora capito che il problema è molto più che grave. Siamo veramente molto vicini al punto di non ritorno. Ho un figlio e mi dispiace per lui. Molto".

Nel 2012 giocaste la carta di Sanremo, con ospite Patti Smith. In questi dodici anni, mai avuto voglia di tornare?

"Sì, e l’ultima volta è stata un paio di anni fa. Puoi anche decidere di snobbarlo, ma nella musica c’è un gran bisogno della forza mediatica del Festival".

Chiedere ai Måneskin…

"In una intervista al Guardian, Damiano & Co. tra i riferimenti hanno citato pure noi, Afterhours e Verdena. Non riuscendo a spiegarmi il fenomeno, sono andato a vederli dal vivo… e spaccano".

Per i Marlene dopo l’estate catartica italiana arriva un autunno catartico europeo.

"La definirei, una piacevole appendice. Eccetto i Måneskin, infatti, qualsiasi gruppo rock di casa nostra quando va a suonare all’estero si ritrova davanti un pubblico composto per lo più da italiani che vivono là. Italiani che, però, portano al concerto gli amici ed è allora che il confronto si fa interessante. Ti trovi in territori importanti per la musica rock e, pur provenendo dalla periferia dell’impero, devi saperti dimostrare all’altezza".

Andrea Spinelli