REDAZIONE EMPOLI

L’epidemia di tifo nel ghetto di Varsavia durante il 1940

L’infezione fu debellata grazie all’osservanza delle regole igieniche e al distanziamento sociale

Un’epidemia di tifo si scatenò nel ghetto ebraico durante la seconda guerra mondiale.

Era il 1940, quando più di 400.000 ebrei furono costretti a rinchiudersi in un piccolissimo ghetto a Varsavia, capitale della Polonia.

Nel ghetto le condizioni di scarsa igiene, di pesantissimo sovraffollamento, le carenze alimentari permisero al tifo di infettare molto rapidamente circa 100.000 persone.

Ciò che all’epoca esattamente come oggi stupì la maggior part e delle persone fu come gli stessi abitanti del ghetto riuscirono a debellare la malattia e il contagio in tempi rapidi, addirittura un poco prima dell’insorgere dell’inverno, stagione che con molte probabilità avrebbe potuto favorire il rapido progredire dell’infezione fra le persone sane.

L’incredibile risultato fu raggiunto grazie alla meticolosa e tempestiva applicazione fra la popolazione del ghetto delle regole che erano state evidenziate allelezioni di igiene e che sottolineavano l’importanza del distanziamento sociale e dell’isolamento personale. Il virus fu debellato e gli ebrei che si erano salvati dal contagio purtroppo trovarono in moltissimi casi la morte nei campi di sterminio dove furono deportati in massa.