REDAZIONE EMPOLI

Lesione non vista al pronto soccorso. Scatta il risarcimento da 30mila euro

L’uomo si era rivolto al San Giuseppe per una brutta caduta, ma era stato dimesso dopo gli esami. Il dolore però si era ripresentato costringendolo a tornare: quindi la scoperta. L’Asl condannata a pagare.

Medici in corsia (Foto repertorio Ansa)

Medici in corsia (Foto repertorio Ansa)

Empoli, 31 ottobre 2024 – Un altro maxi risarcimento che l’Asl Toscana centro dovrà sborsare per ristorare un paziente per i danni subiti a causa di qualcosa che durante le cure è andato storto. I fatti: dopo una caduta accidentale l’uomo si era rivolto al pronto soccorso del San Giuseppe di Empoli. Sottoposto alla visita e dopo le opportune valutazioni, compreso un esame radiologico, era stato dimesso dall’ospedale. Ma dopo un mese lo stesso paziente si era sottoposto a una risonanza magnetica, sempre al San Giuseppe, perché, evidentemente, continuava ad accusare dolore. L’esito dell’esame? Non certo negativo. La risonanza magnetica aveva infatti rilevato una lesione. L’uomo, pertanto, ha deciso di richiedere il risarcimento ritenendo l’Azienda sanitaria Toscana centro responsabile dei danni subiti. La richiesta è stata avanzata ad agosto di un anno fa. Dopo un iter durato diversi mesi si è arrivati alla conclusione della controversia.

"Le trattative condotte – spiega la stessa Azienda sanitaria in una nota – hanno permesso di trovare un accordo conciliativo per la somma di 30mila euro complessivi, comprensivi delle spese sostenute".

Errori in sala operatoria, disservizi, cure sbagliate: capita che una prestazione sanitaria, invece di migliorare peggiori lo stato di salute, o peggio ancora, provochi danni, anche gravi, al paziente. Legittimamente il cittadino può chiedere il risarcimento e se sussistono i presupposti ha diritto di essere ristorato. In questo caso l’azienda ha riconosciuto la propria responsabilità e “patteggiato“ con il paziente la somma risarcitoria, pari a 30mila euro, per chiudere definitivamente la questione.

i.p.