REDAZIONE EMPOLI

L’essere fucecchiese nella straordinaria vita del nostro concittadino Indro Montanelli

"Non ho potuto sempre scrivere quello che volevo ma non ho mai scritto quello che non pensavo"

Indro Montanelli nacque a Fucecchio il 22 aprile 1909, nell’attuale palazzo Doddoli-Costagli, da Maddalena Doddoli e Sestilio Montanelli e vi trascorse la sua infanzia recandosi spesso a Le Vedute nella villa dell’allora sindaco Emilio Bassi, considerato da lui quasi un nonno, tanto che quando decise di istituire a Fucecchio la Fondazione volle che gli fosse cointitoilata. Lasciò Fucecchio quando il padre divenne preside di liceo. Divenne nel tempo il più importante giornalista che l’Italia avesse mai avuto. Il suo spirito fucecchiese si ritrova nella capacità pungente e diretta di scrivere, nella schiettezza e sincerità, ma soprattutto nella libertà di pensiero. Ogni tanto tornava a Fucecchio dove festeggiò il suo novantesimo compleanno. Il senso della sua "fucecchiesità" lo ha accompagnato per tutta la vita, come ha raccontato un giorno in un incontro nella chiesa di San Salvatore, descrivendo un suo sogno ricorrente nel quale un doppio Indro scacciava l’originale sul cancello della villa delle Vedute accusandolo di aver abbandonato Fucecchio. Morì a Milano il 22 luglio del 2001. L’urna con le sue ceneri è deposta accanto alla tomba della madre nella cappella di famiglia a Fucecchio. Il suo studio romano e quello milanese sono stati trasferiti nella Fondazione Montanelli Bassi.