
Lo spreco di cibo nel mondo. Dal carrello della spesa al cestino
Sappiamo davvero come viene prodotta la pasta che noi mangiamo tutti i giorni o come arriva nei nostri piatti, lo spreco dietro a questo prodotto e a tanti altri generi alimentari che noi mettiamo nei nostri piatti tutte le volte che ci sediamo a tavola? Nella nostra vita quotidiana sprechiamo tante quantità di cibo che basterebbero a nutrire tutte le persone affamate del pianeta. Circa un terzo del cibo prodotto ogni anno diventa un rifiuto: 250 miliardi di metri cubi di acqua sono sprecati per produrre risorse alimentari che poi vengono buttate, 3,3 miliardi di tonnellate di Co2 vengono immessi in atmosfera per produrre alimenti che non verranno mai utilizzati.
Gli sprechi alimentari riguardano tutta la catena di produzione. L’agricoltura e l’allevamento intensivo sono, a oggi, una delle problematiche alla base di quanto detto finora. Soprattutto per quanto riguarda l’agricoltura, dove l’utilizzo di pesticidi va a contaminare l’acqua e i terreni, questi ultimi con il passare del tempo diventano sempre meno fertili (24% nel mondo). In alcuni paesi purtroppo non è così facile avere accesso ad alcuni prodotti alimentari di base, mentre la gente delle nazioni industrializzate lotta con l’obesità buttando cibo nella pattumiera, interi popoli nelle regioni più povere del mondo non ha abbastanza cibo per vivere.
La malnutrizione va a braccetto con le malattie e la disidratazione, impedisce di lavorare o di andare a scuola ed è spesso causa di morti precoci. Eliminare la fame nel mondo vuol dire rendere il cibo disponibile e accessibile economicamente e sempre reperibile per tutti. Questo vuol dire aumentare la sicurezza alimentare attraverso la disponibilità, l’accesso, l’utilizzo e la stabilità.
Ma cosa minaccia la sicurezza alimentare? Sicuramente il fatto di avere Paesi più ricchi rispetto a altri rende tutto più difficile. Ma anche l’uso non sostenibile delle risorse naturali (acqua, suolo, biodiversità e terreno coltivabile). La deforestazione per fare spazio a terreni agricoli, l’emissione di gas pericolosi e l’inquinamento dell’acqua e del suolo dovuto a pesticidi sono esempi di come la produzione sostenibile possa essere messa
a rischio. Molte possono essere le soluzioni, come un’agricoltura sostenibile, permettendo così una diversificazione del cibo e la possibilità di acquistare prodotti a chilometro zero nei mercati locali o dai piccoli produttori.
Ridurre gli sprechi e avere una dieta sostenibile, ossia cambiare il nostro modo di mangiare, passando da una dieta basata sulla carne a una che privilegia i vegetali. Inoltre ognuno di noi può contribuire a diminuire l’impatto ambientale dovuto all’industrializzazione dei prodotti alimentari, scegliendo con cura il cibo che acquista, non solo per la provenienza, ma anche per la sua stagionalità.