L’onda lunga di Estra . Empoli determinante nella partita multiutility

Nell’Empolese Valdelsa si è levata l’opposizione alla quotazione in Borsa. Dall’esperienza di 25 anni fa, ecco il peso specifico di un intero territorio. .

L’onda lunga di Estra . Empoli determinante nella partita multiutility

di Bruno Berti

La tempesta Estra ha creato non bel po’ di maretta nei palazzi degli enti locali proprietari e in quelli della politica. Il fortunale, come sappiamo, prende le mosse dalla decisione dell’amministratore delegato della Multiutility Alia, Alberto Irace, di dimettersi dall’incarico di direttore generale di Estra, società che opera nel settore dell’energia e di cui Alia detiene il 40%, grazie anche a un accordo con il Comune di Arezzo. Il manager ha sbattuto la porta accusando il cda dell’impresa di occuparsi di questioni amministrative anziché di strategie. Un addebito pesante, e soprattutto, a quanto pare, non condiviso con coloro che hanno messo Irace sulla sua poltrona principale, quella di ad di Alia, o Multiutility. Vale a dire i sindaci di peso tra i soci: i nuovi primi cittadini di Firenze, Funaro, e di Prato, Bugetti. E le due signore della politica della Toscana centrale hanno pensato di bene di vedersi, dopo un incontro tra Funaro e lo stesso Irace, chiamato a rapporto, per così dire. All’incontro delle due azioniste di peso di Alia partecipa anche il sindaco di Empoli, Alessio Mantellassi.

Non si tratta di un allargamento deciso a caso: Empoli e la sua zona sono un punto di riferimento per la partita delle partecipate pubbliche ormai da anni. A partire dalla prima iniziativa, un po’ più di 25 anni fa, di una grande società pubblica dei servizi che vedeva al centro proprio Empoli con Prato, Pisa e Pistoia, con l’obiettivo di puntare ad ampliare il bacino di utenza coperto. Empoli e la zona, però, non vantano solo polverosi ricordi. C’è piuttosto il peso concreto fatto di un territorio importante che ha dato i natali anche ad Alia, visto che il primo presidente è stato per lunghi anni l’ex sindaco di Castelfiorentino Paolo Regini (anche uno dei pochi tra gli eredi del Pci a potersi fregiare del titolo di banchiere, grazie al ruolo svolto nella Cambiano).Tra le motivazioni della presenza di Mantellassi all’incontro al vertice sul futuro di Alia c’è anche il fatto che l’Empolese Valdelsa è la zona in cui il partito di riferimento, il Pd (portandosi dietro le amministrazioni comunali) è stato quello che si è espresso unanimemente contro l’ipotesi di quotazione in Borsa della Multiutility, trovando anche il consenso di pezzi della sinistra più mancina, per dire.

E Irace era proprio il manager che era arrivato con l’obiettivo di portare in Borsa Alia. Forse il dirigente non ha compreso fino in fondo che il vento era cambiato. E che la nuova pattuglia di sindaci eletti qualche mese fa non poteva essere considerata del tutto uguale ai predecessori, con cui peraltro il dirigente aveva anche avuto occasione di scontrarsi, come per la vicenda del gassificatore empolese a cui la sindaca Brenda Barnini aveva alla fine detto di no, cancellando dall’orizzonte delle possibilità l’impianto. Certo pure per effetto della mobilitazione di fasce della società non indifferenti ai fini della tenuta del consenso elettorale. E forse Irace, che pure vanta un inizio, certo lontano nel Pci, avrebbe dovuto considerare che in un’azienda pubblica i sindaci contano e che comunque, anche in una Spa privata il parere dei maggiori azionisti non è proprio ininfluente. Infine, ma non è l’elemento minore, l’ad avrebbe dovuto tener conto anche del valore del lungo dibattito sulla Spa dell’acqua nella Multiutility oppure no. Se l’entusiasmo latitava, il suono dei campanelli d’allarme avrebbe dovuto mettere in guardia.