L’opera in piazza. Tre spettacoli da non perdere

Appuntamento sul sagrato della Collegiata. Si parte il 5 luglio con la Turandot di Busoni.

L’opera in piazza. Tre spettacoli  da non perdere

L’opera in piazza. Tre spettacoli da non perdere

Manca poco. Venerdì 5 luglio alle 21 sul sagrato della Collegiata Sant’Andrea di Empoli si aprirà ufficialmente la settima edizione dell’Opera in Piazza, che nell’anno del centenario della scomparsa di Ferruccio Busoni triplicherà con 3 spettacoli. Il debutto sarà affidato proprio alla "Turandot" dell’illustre compositore empolese, la fiaba omonima di Carlo Gozzi nella traduzione italiana di Oriana Previtali Gui. Tra il 1914 e il 1916 Ferruccio Busoni compose "Arlecchino". Per accoppiare "Arlecchino" ad un altro lavoro teatrale e mettere insieme una serata musicale più consistente, data la breve durata dello stesso, Busoni assemblò i brani già composti per la "Suite" del 1904 ispirata alla fiaba di Carlo Gozzi.

È così che nasce l’opera lirica "Turandot" eseguita per la prima volta l’11 maggio 1917 all’Opernhaus di Zurigo e solamente molti anni dopo, nel 1936, in Italia. L’esecuzione musicale del prossimo 5 luglio è affidata alla nuova Orchestra Ferruccio Busoni di Empoli, nata dalla collaborazione con Damiano Tognetti e l’associazione Il Contrappunto, diretta dall’esperta Miriam Nemcová. I cori saranno eseguiti dal Laboratorio Corale del Centro Busoni, le cui voci sono state appositamente selezionate e formate dal maestro Stefano Boddi che del coro è direttore.

Due realtà musicali nuove e autoctone che vogliono coinvolgere i talenti del territorio per omaggiare e diffondere la conoscenza del grande compositore empolese. L’ambientazione della rappresentazione non prevede scenografie e l’attrezzeria scenica sarà ridotta al minimo. Gianni Pollini, light designer fra i più apprezzati a livello nazionale e internazionale, specializzato tanto nel teatro di prosa quanto nell’opera e nel balletto, plasmerà le suggestioni fiabesche della trama e della musica grazie al sapiente ed originale uso delle luci. La regia è firmata da Franco Spina, mentre l’ideazione dei costumi, il trucco e le parrucche si devono a Fabio Miari, sarto artigianale, appassionato conoscitore di storia del costume.