REDAZIONE EMPOLI

L’opera interagisce con il pubblico. Mostre a distanza e sculture in 3D: "Cambia il modo di vivere l’arte"

Un team di esperti dà vita ad Atelier Digitale, progetto innovativo che sfrutta l’intelligenze artificiale. Le creazioni dell’artista Marco Bagnoli rispondono in tempo reale alle domande e favoriscono la comprensione.

Il professor Alberto Del Bimbo e l’artista Marco Bagnoli davanti alla riproduzione dell’opera Come figura d’arciere

Il professor Alberto Del Bimbo e l’artista Marco Bagnoli davanti alla riproduzione dell’opera Come figura d’arciere

Uno studio ha calcolato che ogni persona dentro a un museo trascorre di media 30 secondi davanti a un’opera d’arte. "Un tempo brevissimo, se consideriamo che la maggior parte delle persone utilizza questo tempo per scattarsi un selfie", osserva il professor Alberto Del Bimbo, docente di Ingegneria Informatica dell’Università di Firenze. Come dilatare questo tempo? Come rendere più intenso il rapporto tra un’opera e il suo pubblico? È anche da queste domande che a Montelupo è nato Atelier Digitale, un progetto altamente innovativo che esplora le straordinarie intersezioni tra arte e intelligenza artificiale e che ridefinisce il rapporto tra opera, artista e pubblico.

Il progetto, nato nell’inverno del 2023 da un’idea di Marco Bagnoli, è stato condotto e realizzato dall’associazione Spazio X Tempo grazie a un finanziamento di circa 100mila euro nell’ambito del Pnrr. "Abbiamo riprodotto digitalmente due opere di Bagnoli, Come figura d’arciere e Colui che sta, proiettando la loro versione tridimensionale vicino agli originali grazie a un sistema che consente l’interazione con l’intelligenza artificiale", spiega Del Bimbo, noto ricercatore nel panorama internazionale nei campi della computer vision, intelligenza artificiale e multimedialità e a capo del gruppo di ricerca altamente qualificato – composto da esperti di arte, tecnologia e scienza – che si è occupato del progetto. Grazie a loro le opere possono rispondere in tempo reale alle domande che vengono poste, dalle più semplici alle più complesse, in ogni lingua. L’arte che parla, spiega, si svela e si mostra interagendo con il pubblico. Una rivoluzione.

"Le riproduzioni delle opere – riprende Del Bimbo – sono state addestrate tramite il sistema di Chat Gpt per rispondere a domande sull’autore o sul significato più profondo dell’opera in modo da favorirne la comprensione". Non solo. Le opere sono in grado di muoversi insieme a chi le osserva, considerando ogni punto di vista e instaurando così un vero e proprio dialogo. "L’obiettivo – prosegue il docente – è far interagire lo spettatore con l’opera in maniera naturale, in modo che si crei un realismo molto forte. Questo sistema consente anche di realizzare mostre a distanza". Arte e tecnologia: due mondi che s’intrecciano e che saranno sempre più connessi. "Arte e scienza si ibridano continuamente a vicenda: per me è stato interessante sperimentare un nuovo linguaggio che appartiene al mondo delle nuove tecnologie – racconta l’artista Marco Bagnoli –. Se si tratta di acquisire informazioni, l’applicazione dell’AI allarga un campo di esperienza e può essere utile a mantenere l’attenzione del pubblico. Ma non si può non tener presente che il rapporto viene così mediato dalla macchina. Credo che il vero contatto con l’opera sia sempre preferibile". Il progetto, una soluzione applicativa unica nel suo genere, apre scenari che fino a poco tempo fa erano impensabili per i musei.

"Una volta sperimentata una tecnica, si può applicare in ogni dove – commenta Bagnoli –. E credo che molti musei italiani e internazionali abbiano già pensato e forse sperimentato approcci in questa direzione". Il meccanismo sviluppato infatti è replicabile in molti ambienti: "È pensato per l’interazione con una persona e potrebbe essere applicato dai musei in apposite stanze di approfondimento – osserva Del Bimbo –. Il sistema è molto utile in ambito formativo perché è in grado di stimolare la curiosità e favorire l’apprendimento".

Alessandro Pistolesi