SIMONE CIONI
Cronaca

L’Otello di Costa. L’opera classica resa moderna

Sarà sul palco del Teatro del Popolo domani alle 21. Stessa sostanza narrativa, con temi contemporanei. .

Lella Costa in scena con “Otello, di precise parole si vive”, che sarà rappresentato domani sera al Teatro del Popolo di Castelfiorentino

Lella Costa in scena con “Otello, di precise parole si vive”, che sarà rappresentato domani sera al Teatro del Popolo di Castelfiorentino

CASTELFIORENTINO

Il Teatro del Popolo di Castelfiorentino si appresta ad accogliere Shakespeare, raccontato da Lella Costa. Domani alle 21 andrà infatti in scena “Otello, di precise parole si vive“, testo scritto a quattro mani dalla stessa Costa con Gabriele Vacis, che ne cura anche la regia, rivisitato nel titolo ma non nella sostanza. "In scena ci sarà sempre la tragedia ideata oltre quattrocento anni fa da Shakespeare – precisa Lella Costa –. Il tempo però è passato, ovvio. Alcuni temi sembrano più attuali oggi di un tempo, in piccoli casi abbiamo fatto degli aggiornamenti quasi necessari". Oltre al nuovo titolo ispirato da un verso di Discanto, una canzone di Ivano Fossati ("di precise parole si vive, e di grande teatro"), sul palco ci sarà spazio anche per qualche nota rap di Mahmood. "C’è una scena in cui Iago deve convincere Rodrigo a farsi dare soldi per conquistare Desdemona – aggiunge Costa –. se un tempo mi ero ispirata a un pezzo di cabaret, stavolta ho pensato che “Soldi“ sarebbe stata perfetta, anche se difficilissima, e l’ho sostituito".

L’Otello ci riporta sempre a Venezia dove il nostro moro Otello che si innamora di Desdemona è lo stesso che si destreggia in città tra delusioni e tradimenti. Ma nel frattempo lascerà spazio a temi che sembrano il sunto delle prime pagine di un quotidiano dei nostri tempi. Alle vicissitudini di un lavoratore straniero altamente qualificato si intrecciano infatti quelle di un matrimonio misto, alle cronache di una manipolazione meschina e abilissima quelle di un femminicidio con successivo suicidio del colpevole. Nell’Otello più che di maschilismo è giusto parlare di un maschile che può diventare tossico. I testi e i personaggi dei grandi autori, soprattutto Shakespeare, sono letteralmente immortali e continuano a parlarci, a stupirci, a incantarci. "Questo ci ha spinto a riportare in scena, dopo 24 anni, il nostro Otello – conclude Costa –. preservando intatta la sostanza narrativa, ma modificando quelle parti in cui la contemporaneità richiedeva un aggiornamento".