FRANCESCO DE CESARIS
Cronaca

La lotta contro il cancro: linfociti T nello spazio per battere il melanoma

Responsabile del progetto è il professore empolese Mario Milco D’Elios. "Studiamo una sorta di fabbrica di cellule in grado di attaccare il tumore"

Il professor Mario Milco D’Elios, ordinario di Immunologia all’Università di Siena

Il professor Mario Milco D’Elios, ordinario di Immunologia all’Università di Siena

Empoli (Firenze), 5 febbraio 2024 – La missione è appena partita e potrebbe portare risultati importanti per la ricerca contro i tumori. Martedì scorso da Cape Canaveral, Florida, è stata lanciata la navicella spaziale Cygnus che raggiungerà la stazione spaziale internazionale (Iss) in orbita attorno alla Terra. N el modulo europeo, c’è il bioreattore Kubik con dentro colture cellulari di linfociti T specifici provenienti da pazienti affetti da melanoma per essere poi ingegnerizzate con nanoparticelle magnetiche e diventare così killer selettivi contro cellule tumorali. Il progetto è denominato Ica (Immune Cell Activation) e il responsabile è l’empolese Mario Milco D’Elios, professore ordinario di immunologia all’Università di Siena che ora si trova al Kennedy Space Center per seguire la missione.

"Rispetto ad altre forme di trattamento del cancro – spiega lo studioso empolese – questo approccio consente di colpire l’obiettivo senza effetti collaterali o rischio di rigetto in quanto altamente personalizzato. Risulta perciò minimamente invasivo e con tempi di trattamento ridotti, tutto a favore della qualità della vita del paziente. La ricerca è condotta nello spazio perché le condizioni di microgravità influenzano in senso migliorativo l’assorbimento di nanoparticelle da parte delle cellule immunitarie". L’obiettivo finale? "Progettare una sorta di fabbrica cellulare in grado di produrre linfo citi nanomodificati personalizzati nel miglior ambiente possibile".

Il progetto di ricerca è finanziato dall’Agenzia Spaziale Europea e nasce "da una virtuosa collaborazione tra accademia e industria con il gruppo Colorobbia ispirato da Marco Bitossi, in particolare col gruppo di ricerca Ce.Ri.Col. guidato dal dottor Giovanni Baldi e con la company Kayser Italia di Livorno, referente Michele Balsamo, specializzata in missioni spaziali".

Parte fondamentale della missione è anche il Dipartimento di Medicina Sperimentale e Clinica dell’Università di Firenze con le dottoresse Chiara Della Bella e Marisa Benigiano. I linfociti T sono specifici per il melanoma e capaci di raggiungere selettivamente il distretto tumorale e sono dotati di capacità “potenziate” anti-tumorali grazie a nanoparticelle ferromagnetiche messe a punto con protocollo originale per poter penetrare nelle cellule. Grazie ai linfociti T le nanoparticelle possono arrivare alla sede tumorale senza essere bloccate dal fegato dove si fermerebbero se venissero iniettate libere nel nostro organismo. Nell’ultima fase del progetto saranno studiati tutti i prodotti di attivazione o inibizione cellulare conseguenti all’esperimento avvenuto nello spazio.