Empoli, 22 dicembre 2024 – “La buona notizia è che, se non altro, nel primo pomeriggio di oggi (ieri per chi legge, ndr) sono finalmente stato ricoverato. Prima però sono rimasto per venti ore su una barella in pronto soccorso, dove sono arrivato dopo che la stessa Asl mi aveva contattato per sollecitare il mio ricovero”. È la testimonianza di Marco Ulivelli, paziente oncologico di Sovigliana protagonista all’ospedale San Giuseppe di una storia risalente ai giorni scorsi.
Tutto è iniziato giovedì, a seguito dell’esito di un’ecografia propedeutica a un intervento. “Dopo le analisi, sono più volte stato contattato dall’Asl: mi hanno ribadito la necessità di ricoverarmi al più presto – ha detto l’utente cinquantottenne – ed io, dopo qualche resistenza iniziale, mi sono recato all’ospedale aspettandomi il ricovero in reparto”.
L’uomo è quindi arrivato al pronto soccorso, dove dopo l’accettazione è stato sistemato su una barella in attesa di passare in reparto. Un passaggio che – stando al diretto interessato – non è a quanto pare mai avvenuto, nel corso delle venti ore circa che l’uomo racconta di aver trascorso in pronto soccorso. Con tutti i disagi e le difficoltà del caso. “E chissà quanto ancora avrei dovuto aspettare, se non avessi deciso spontaneamente di tornare a casa e contro il parere stesso del medico – ha aggiunto –: ho più volte chiesto conto dell’attesa e mi è stata data come prima risposta, un po’ sbrigativa a mio avviso, la mancanza di posti-letto liberi. Non pretendevo di entrare subito, ma nemmeno di aspettare così tanto”.
Ulivelli è tornato ieri mattina in ospedale e ha fatto sapere del suo ricovero. Non è tuttavia da escludere che la vicenda possa avere risvolti legali, anche se al momento sembra se non altro trattarsi di un’ipotesi piuttosto remota. Ed è il legale dell’uomo a far capire come non ci sia la volontà di arrivare allo scontro frontale con la struttura ospedaliera né con l’Azienda sanitaria, quanto quella di ottenere risposte chiare sull’accaduto.
“L’intenzione è quella di fare un reclamo, che non è una richiesta risarcitoria. Anche perché il risarcimento del danno dovrebbe essere valutato da un medico legale – ha spiegato l’avvocato Barbara Piccini –: il signor Ulivelli vuole mettere corrente l’Azienda di questa situazione che potrebbe essere considerata potenzialmente omessa cura. Noi non vogliamo arrivare a tanto, ma stiamo parlando di un paziente oncologico: a maggior ragione chiediamo chiarimenti”.