YLENIA CECCHETTI
Cronaca

Terreni e campi allagati, gli agricoltori: “Raccolti compromessi. Di nuovo pioggia? Sarà il colpo di grazia”

A una settimana dal nubifragio l’acqua ristagna e la terra è bagnata. Gli imprenditori agricoli stimano già ingenti perdite nella produzione. Simonetti: “Andrà valutato cosa si salva e se la qualità si conserva”

Una desolante immagine post alluvione in campagna

Una desolante immagine post alluvione in campagna

Empolese Valdelsa, 21 marzo 2025 – A sette giorni esatti dall’ondata di maltempo che venerdì scorso ha investito anche l’Empolese Valdelsa, continua a soffrire il mondo dell’agricoltura. Si lavora con gli occhi puntati al cielo e la nuova allerta prevista per domani non incoraggia. “Con i terreni bagnati abbiamo le mani legate. Gran parte dei raccolti sono compromessi. Se l’acqua ristagna per pochi giorni ma poi defluisce, grossi danni non se ne registrano. Ma se torna la pioggia e il terreno non ha la possibilità di asciugarsi, la pianta andrà in asfissia o non accestirà bene. Magari per il grano i raccolti non andranno buttati al 100 per cento, ma una perdita ingente ci sarà”. Angiolo Simonetti è uno dei tanti imprenditori agricoli del territorio, alle prese con i danni causati dal maltempo. La sua azienda agricola ha sede a Montelupo Fiorentino; 650 ettari prevalentemente coltivati a seminativi. Simonetti è anche presidente di Proceva, Produttori Cereali Valdelsa, un gruppo di agricoltori uniti per promuovere le proprie produzioni. Le aziende agricole (una settantina) sono situate nell’Empolese Valdelsa, i terreni interessati dalle coltivazioni, circa 1500 ettari. Aspettando numeri certi sulla stima del disastro, Cia Agricoltori Italia Toscana Centro ha azzardato un primo conto: tra Certaldo, Castelfiorentino, Empoli, Fucecchio, Cerreto Guidi, Vinci, Capraia e Limite e Montelupo, 4 milioni di euro di danno.

“Il problema - spiega Simonetti - ha riguardato le zone intorno ai reticoli minori. Abito alla Tinaia, ho i terreni lì; quando sono state chiuse le cateratte il livello nei campi si è alzato. Il danno più grosso lo abbiamo avuto proprio in quei terreni dove solo una settimana prima avevamo messo a terra 15 ettari di ceci. Ci sarà da aspettare per capirne gli effetti. Ma è già aprile, periodo di lavorazione dei terreni per le colture primaverili”.

La terra è bagnata, le erbe infestanti camminano, le problematiche si accavallano. Per una realtà come quella di Simonetti il calcolo della perdita è presto fatto. “Se un’azienda come la mia che ha 100 ettari coltivati a grano, perde anche il 50% del raccolto (prevedevi di fare 5mila quintali, calcoli di raccoglierne 2500), si parla di circa 70mila euro di soldi buttati al vento. Senza contare le altre colture; andrà valutato cosa si salva e se la qualità si conserva”. Ci sono poi i danni strutturali. “Tra mezzi finiti sott’acqua, magazzini allagati, concimi alluvionati, un’azienda colpita dal maltempo fa presto a perdere 400mila euro. Da settembre siamo alle prese con le piogge che hanno ritardato la semina. Il trend negli ultimi tre anni è critico”. In collina, diverse le frane anche su vigneti. Come accaduto a Luigi Micheli dell’Agriturismo il Piastrino di Vinci, già - e duramente - colpito dall’evento alluvionale del 2023. “Il Montalbano sta franando. Gli smottamenti sono diversi e si sommano a frane già esistenti”. “Frane che porteranno a una riduzione notevole del raccolto, sia per quest’anno che per il futuro - interviene Diego Tomasulo, presidente Associazione Produttori Colline Toscane - Anche nel fondovalle, criticità. Il campo di un nostro socio di Montespertoli in località Tirinzano, quasi due ettari seminati a grano, ha subito gravi danni. Aspettiamo di nuovo pioggia, sarà il colpo di grazia”. Le misure? Cambiare il sistema di manutenzione. “Serve più cura, una risagomatura dei fossi minori - conclude Simonetti - Pulizia delle piante lungo gli argini”.