ELISA CAPOBIANCO
Cronaca

Maltempo, è bufera politica: "Stato di emergenza indispensabile per i ristori"

Il senatore dem, Dario Parrini, lancia l’appello al Governo: "A distanza di 17 giorni dall’alluvione nessuna risposta. L’attenzione deve essere alta anche sul Montalbano, bene l’azione dei sindaci"

Il maltempo che si è abbattuto su Empoli (Gasperini/Germogli)

Il maltempo che si è abbattuto su Empoli (Gasperini/Germogli)

Empolese Valdelsa, 1 aprile 2025 – Diciassette giorni, anzi diciassette "lunghissimi" giorni e un’attesa per la quale non si intravede un orizzonte. Il senatore dem Dario Parrini tiene il conto del tempo che scivola via – "inutilmente" – da quel maledetto 14 marzo che ha visto Empoli, l’Empolese Valdelsa e la Toscana tutta devastati dal maltempo. Servono aiuti, servono azioni concrete per evitare nuovi disastri su questi territori "fragili", ma lo Stato di emergenza nazionale tarda ad arrivare.

Senatore, che cosa sta succedendo?

"La regione è stata colpita duramente dagli ultimi eventi meteorologici che hanno causato allagamenti, problemi alle infrastrutture, danni inestimabili a privati e aziende, addirittura l’isolamento di alcune località. Sono passati diciassette giorni e il Governo non ha ancora dichiarato lo Stato di emergenza nazionale: strumento decisivo per fronteggiare la difficile situazione venutasi a creare in zone importanti della Toscana. Ho presentato un’interrogazione già la scorsa settimana e non ho avuto risposta".

Secondo la sua esperienza si tratta di un ritardo ’preoccupante’? Qual è, se fosse possibile stabilirlo, il tempo medio per una simile decisione?

"C’è da dire che sono settimane che chiediamo rassicurazioni a tal proposito alla Protezione civile, invano. Guardando al passato, non si trova conforto. In occasione dell’alluvione del 2 novembre 2023 che colpì le province di Firenze, Pistoia, Prato, Livorno e Pisa, ad esempio, il Consiglio dei ministri si riunì il giorno dopo dichiarando lo Stato d’emergenza nazionale subito il 3 novembre. Tra l’altro c’è già un piano redatto tra Regione e Governo con cui si erano individuati criticità e lavori urgenti per la riduzione del rischio idrogeologico – lavori da 70-80 milioni di euro –, ma di quel finanziamento non c’è traccia... Stavolta il Governo sta nicchiando. Stiamo assistendo a una perdita di tempo davvero dannosa per tutti".

Perché sarebbe determinante ottenere la concessione?

"Lo Stato di emergenza nazionale permetterebbe agli amministratori locali di snellire le pratiche e di accedere più agevolmente ai ristori; lo Stato di emergenza rappresenta un punto di partenza per ottenere maggiori garanzie. Il mio auspicio è che il Governo si muova. È di fondamentale importanza che agisca, meglio se con una normativa di legge, piuttosto che con il “Fen-Fondo per le emergenze nazionali“ che ha risorse più limitate".

Pensando all’ultima ondata di maltempo, quale fronte la preoccupa maggiormente?

"Vorrei accendere i riflettori sul Montalbano che è stato profondamente ferito, soprattutto dalle frane. Si tratta di un territorio ricchissimo – basti considerare il milione e mezzo di piante di olivo, i mille ettari di terrazzamenti coltivati e i 700 chilometri di muri a secco – ma molto fragile, da proteggere, diviso fra tre province. E sicuramente la frammentazione amministrativa non contribuisce alla causa".

I sindaci del Montalbano si sono recentemente riuniti per parlare di un “Patto“ storico.

"Sì, a quei dieci sindaci va il mio plauso e il mio incoraggiamento, anche come ex sindaco di Vinci. Il “Patto del Montalbano“(datato 2018, ndr) fu pensato per la difesa antincendio, per la manutenzione dei muretti a secco e per la valorizzazione turistica del ’colle di Leonardo’. Un manifesto prezioso ora da aggiornare per le nuove priorità che il cambiamento climatico ci impone. L’azione congiunta dei sindaci del Montalbano è decisiva e lo sarà anche dopo l’emergenza maltempo. Per ottenere i risultati sperati serve un lavoro di squadra, un’azione unanime insieme alle Province e alla Regione".