Mantellassi e Masi allo specchio: "Le affinità? L’Empoli e la politica"

Al dibattito organizzato da La Nazione c’è stato spazio anche per un momento più introspettivo

Mantellassi e Masi allo specchio: "Le affinità? L’Empoli e la politica"

Mantellassi e Masi allo specchio: "Le affinità? L’Empoli e la politica"

Pubblichiamo la seconda parte del dibattito organizzato da La Nazione alla Misericordia tra i candidati sindaco Alessio Mantellassi e Leonardo Masi.

Quali nomi saranno sicuramente nella sua squadra?

Mantellassi: "Credo che mettersi a impegnare dei giorni prima del ballottaggio a scegliere le persone sia irrispettoso verso la città e un po’ arrogante. La chiarezza deve essere sulle scelte. Sapere che un candidato anziché recepire segnali e confrontarsi sui temi sta preparando una giunta è un modo per essere lontani dalla realtà".

Masi: "Ci saranno sicuramente espressioni della città, di quei movimenti che si sono organizzati, hanno approfondito e studiato. Sulla composizione della giunta ne stiamo discutendo, perché deve essere chiaro con chi vogliamo governare. È una discussione collettiva che parte dall’idea che la squadra sia espressione della città e di mondi diversi. Abbiamo competenze all’interno, ma il tentativo deve essere quello di allargare anche fuori di noi con le capacità che la città esprime".

Punti in comune con il rivale?

Mantellassi: "Siamo entrambi tifosi dell’Empoli (ride, ndr). Non ci piace fare campagna contro qualcuno, la politica non ci deve incattivire mai".

Masi: "L’affinità con Alessio è la passione per la politica. Il nostro impegno fin da ragazzi che ci ha portato qui. Alessio è stato presente nel suo ruolo di presidente del consiglio. Lo abbiamo criticato nelle modalità, ma ha mostrato attenzione ad essere sempre presente".

Chi le sta più vicino? A chi dedicherebbe la vittoria?

Masi: "La dedico a tutto il gruppo. Più vicino? Fisicamente non mia moglie ma moralmente sì. Per fare tutto quel che abbiamo fatto c’è un gruppo forte".

Mantellassi: "Dal punto di vista affettivo perché tempo ce n’è poco, la mia fidanzata e la mia famiglia. Mia nonna mi chiama tutti i giorni chiedendomi perché non vado a pranzo da lei! E poi i volontari di questa campagna. La vittoria la dedicherei a due persone che non ci sono più: Sauro Cappelli, che mi ha fatto capire l’importanza della partecipazione, e Rosanna Grener, la mia insegnante di inglese che mi ha insegnato l’importanza dell’impegno civico".