Maxi truffa a madre e figlia. Ladri in fuga con 15mila euro: "Ci hanno ingannate con un trucco"

Una falsa chiamata al 112 con il telefono fisso ha convinto la donna più giovane che si poteva fidare

Maxi truffa a madre e figlia. Ladri in fuga con 15mila euro: "Ci hanno ingannate con un trucco"

Maxi truffa a madre e figlia. Ladri in fuga con 15mila euro: "Ci hanno ingannate con un trucco"

EMPOLI

Ancora una truffa ai danni di anziani e sempre recitando alla perfezione un copione che sfrutta il panico delle vittime e per giunta fa leva sulla autorevolezza del numero unico 112. A cadere nel raggiro di un finto carabiniere e di un fantomatico avvocato questa volta sono state una anziana madre di 94 anni e la figlia, di Empoli. È proprio quest’ultima a raccontare come la mamma sia stata derubata di tutto il denaro e degli oggetti di valore che possedeva mentre lei era stata convinta a uscire di casa per raggiungere la stazione dei carabinieri di Fiesole per firmare alcuni documenti che la riguardavano. La truffa si è consumata sabato pomeriggio. "Verso le 13 la mamma riceve una telefonata sul fisso – racconta la figlia – Le dicono che vogliono parlare con me e mi passa la cornetta. Chi è dall’altra parte si presenta come un carabiniere della stazione di Empoli. Mi spiega che c’era stata una rapina a Pistoia e sull’auto coinvolta c’era la targa della mia auto, pertanto qualcuno l’aveva clonata. Per chiarire la mia posizione sarei dovuta andare in via Tripoli e firmare dei fogli". A quel punto la donna ha provato a fare domande. "Ma qual è la targa? Me la può dire? Ma la risposta è stata che per telefono non poteva darmi informazioni".

La figlia allora si è insospettita: mette giù il telefono e chiama, sempre con il fisso, il 112 per verificare. Ma con sua grande meraviglia le risponde un complice del finto carabiniere che l’aveva appena chiamata e le conferma che la chiamata precedentemente ricevuta era vera. A quanto pare è possibile sfruttare una peculiarità della linea fissa, che consente di mantenere aperta la chiamata anche se l’interlocutore riaggancia e compone un nuovo numero. "A quel punto ero tranquilla e ho seguito le istruzioni. Il carabiniere però mi dice che l’ufficio di via Tripoli ormai era chiuso e che sarei dovuta andare a Fiesole. Mi metto in macchina lasciando mamma da sola in casa. Il finto militare mi mette in contatto con un altro sedicente operatore della stazione di Fiesole che mi avrebbe indicato la strada. Con l’ansia addosso cerco la destinazione. L’interlocutore però mi ferma, dicendomi che una pattuglia mi sarebbe venuta incontro. Aspetto, chiedo spiegazioni. Alla fine mi spazientisco e riferisco che sarei tornata a casa anche perché ero molto in ansia per mamma. Il carabiniere mi dice che la mamma l’hanno già sentita loro e che sta bene, a quel punto mi insospettisco davvero".

Ma purtroppo, ormai, era tardi e la figlia si trovava ancora lontana da casa. A quel punto la donna prova a richiamare il numero del finto carabiniere che però non le risponde più. "Allora ho composto di nuovo il 112 con il telefonino e questa volta dall’altra parte ho trovato i veri carabinieri che mi hanno spiegato che si trattava di una truffa. Quando sono entrata in casa ho trovato mia mamma distrutta. Un sedicente militare insieme ad un falso avvocato avevano bussato alla porta spiegandole che ad un semaforo ero passata con il rosso e che avevo investito una signora mandandola all’ospedale e che adesso rischiava l’amputazione di una gamba. Io stessa sarei stata in condizioni critiche e impossibilitata a parlare. L’unica cosa da fare era consegnare loro quello che di valore aveva in casa per risarcire la vittima. La mia povera mamma non c’ha pensato un attimo e ha dato loro tutto: 4mila euro in contanti, una collana di perle di pregio, due anelli con brillante, le fedi nuziali e una catenina. I due truffatori l’hanno anche costretta a salire ai piani superiori, hanno rovistato anche nelle mie cose prendendo alcuni monili. Complessivamente se ne sono andati via con circa 15mila euro. È stata un’esperienza bruttissima che però ho voluto raccontare per mettere in guardia tutti da queste truffe, nelle quali, purtroppo, è facile cadere". La donna ha poi sporto denuncia ai veri carabinieri di Empoli che hanno fatto partire immediatamente le indagini.

Irene Puccioni