
Il pianista di fama mondiale Giuseppe Andaloro, che sarà mercoledì prossimo ad Empoli per eseguire il concerto per pianoforte ed orchestra di Rachmaninov
EMPOLI
Ha vinto il primo premio in alcuni dei più prestigiosi concorsi internazionali e nel 2005 è stato premiato per Meriti Artistici anche dal Ministero Italiano per i Beni e le Attività Culturali. Stiamo parlando di Giuseppe Andaloro, pianista di respiro mondiale che sin da giovanissimo ha svolto un’intensa attività concertistica nelle più prestigiose sale del mondo. E che mercoledì prossimo, alle 21, sarà al palazzo delle Esposizioni di Empoli insieme all’Orchestra Ferruccio Busoni di Empoli, diretta dal maestro Damiano Tognetti, per suonare il "Concerto per pianoforte e orchestra in re minore" di Sergej Rachmaninov. Una composizione d’impostazione tardo-romantica, dalle affascinanti melodie, magniloquente nell’espressione, ma estremamente difficile da eseguire, che richiede al solista una solidissima tecnica virtuosistica e molta resistenza.
Andaloro, è la prima volta che viene a Empoli?
"No, ci sono già stato, ma molti anni fa".
Cosa si aspetta da questa serata?
"Innanzitutto di essere molto concentrato per rendere al massimo, dato che andrò ad eseguire un pezzo molto complicato, in modo da offrire un concerto che possa regalare delle emozioni al pubblico".
Il Concerto per pianoforte e orchestra di Rachmaninov deve infatti parte della sua fama proprio alla sua grande difficoltà esecutiva...
"Assolutamente, è una delle composizioni più difficili da eseguire per un pianista, oserei quasi dire di difficoltà insormontabili, sia dal punto di vista tecnico ma anche di concentrazione. Per questo, come dicevo prima spero di essere ispirato e in forma a livello muscolare. Si tratta comunque di uno dei brani più struggenti della letteratura romantica". Quando è nata la sua passione per la musica e in particolare per il pianoforte?
"Come spesso succede in casa perché sebbene i miei genitori non fossero dei musicisti erano grandi amanti della musica e in casa mia se ne è sempre ascoltata molta di alto livello. Per quanto riguarda il pianoforte ho iniziato a muovere i primi passi con un piccolo strumento da bambini già quando ero molto piccolo, e me ne sono subito innamorato". Progetti futuri o un sogno nel cassetto?
"I sogni sono sempre tanti, ma ormai sono giunto ad un’età in cui mi piace soprattutto occuparmi del presente, tramite la musica posso ancora dare tanto ed ecco, se proprio devo dire un sogno è quello di poter continuare a viaggiare e fare concerti come sto facendo".
E a lei cosa ha dato la musica? "Ha dato tante emozioni, le stesse che spero di trasmettere al pubblico perché ogni concerto è uno scambio, un dialogo, un incontro. E mi auguro che questo lato umano non sia mai perso, la capacità di vivere un concerto come appunto un momento di ascolto e di incontro".
Il concerto, in coproduzione con l’associazione Il Contrappunto, è parte della stagione concertistica del Centro Studi Musicali Ferruccio Busoni.
Simone Cioni