Empoli, 26 gennaio 2025 – Prima fermata, binario 1E. Sono le 21 alla stazione ferroviaria di Empoli. Chi arriva, chi parte; ma il via vai del venerdì sera non tocca quel cumulo di cartoni ammucchiati contro il muro. C’è chi sul treno giusto non ci è salito e si ferma lì. Ci passa le notti, perché non sa dove trovare riparo, o magari, ha scelto così. La squadra in servizio per l’Unità di Strada della Misericordia di Empoli - tre volontari in turno - si avvicina ai due senza tetto individuati. “Bisogno di aiuto? Una bevanda calda?”. Dal giaciglio di fortuna una mano si allunga verso la tazza di tè. E’ di un clochard non nuovo a Empoli, finito dalla Romania su quei marciapiedi che ora conosce a memoria. In stazione condivide lo spazio con uno sconosciuto che preferisce restare a distanza. Due biscotti, un pacchetto di cracker e un po’ di conforto è quello che portano gli angeli della Misericordia ai senzatetto. “Ieri ne abbiamo incontrati quattro, ma non ci sono regole. A volte i turni sono andati a vuoto, c’è un gran ricambio”.
Selene Rinaldo è una delle volontarie più attive. “Sono più qui che a casa - scherza, mentre è al volante del mezzo che scivola via nella notte battendo le vie più ’sensibili’ della città - Anche mio marito presta servizio in Misericordia; un’opera buona che abbiamo scelto di condividere”. Autista sulle urgenze, Selene sta studiando per diventare Oss. “Aiutare gli altri? Una missione. Difficile pensarlo come un lavoro”. Si rimette in marcia e passa il registro a Laura, seduta di fianco a lei. Insieme tengono d’occhio la mappatura delle segnalazioni. Dal 2018, ogni venerdì sera Laura lo dedica al volontariato. “Mio padre è stato volontario per 50 anni - dice la soccorritrice di emergenza - Ho raccolto questa eredità”. Avanti in via XI Febbraio, piazza Matteotti e le zone più critiche, un blitz in piazza Toscanini e si aggiorna il numero dei generi distribuiti. Al magazzino di via Cavour, si è fatto il carico di bicchieri e coperte. Il bollitore viene passato di mano in mano.
Nella sosta in piazza Don Minzoni, lo prende Lorenzo Macchi, una new entry. Non ha ancora 18 anni ma è al suo secondo giro con l’Unità di Strada. “Mi è capitato in classe un volantino sui corsi Blsd ed è scattata la scintilla. Ho subito provato interesse per questo percorso, sono arrivato a dicembre”. Studia al liceo Pontormo e sogna di entrare in Formula Uno, “nel settore meccanico, possibilmente”. Dal sogno si torna presto alla realtà, il tè scotta tra le mani e il bicchiere viene dato a un ragazzo che occupa una panchina in piazza. Poi il giro riparte, si attraversano il deposito dei pullman, il liceo Virgilio, via Cherubini, via Corticella.
Stop al parco Mariambini dove, sotto la pensilina, qualcuno sta stendendo un sacco di plastica. Il piumino, una palla che farà da cuscino. Ma non alza lo sguardo, il giovane. “Ci vuole cautela - conferma la squadra - Possono presentarsi situazioni di pericolo, dobbiamo tutelarci. Quando respingono un aiuto, dispiace. Ma non insistiamo. Chi vive per strada si barrica dietro a una corazza di vergogna e umiliazione che rende complicata anche la comunicazione”. Sotto i portici di piazza Farinata degli Uberti c’è un fagotto bianco che sembra un sacco, appoggiato ad un vaso. Dall’ammasso di stoffe spuntano testa e piedi. Un colpo di tosse, l’uomo apre un occhio e accetta i biscotti. Un sibilo e torna a dormire. “Anche entrando nelle case per le emergenza, veniamo in contatto con disagio e povertà. Tante famiglie sono in difficoltà - confermano i volontari prima di rientrare alla base - Basta poco per ritrovarsi in strada”.