YLENIA CECCHETTI
Cronaca

La Pesa cimitero di pesci. Volontari in prima linea: "Senza invasi non c’è vita"

I salvataggi della fauna ittica sono la normalità. I veterani del fiume avvertono: "A breve di nuovo a tirar su quel che resta. Ma non c’è ricambio generazionale"

Montelupo Fiorentino (Firenze), 30 luglio 2024 – Se sono aumentati progressivamente, la colpa è anche ma non solo del cambiamento climatico. I salvataggi della fauna ittica nel fiume Pesa sono ormai diventati cosa frequente nella stagione siccitosa. La strage di pesci continua, l’emergenza è cronica e i numeri parlano chiaro. Se nel 2020 il deflusso si interrompeva per due mesi e 25 giorni (dal 30 giugno al 25 settembre), nel 2021 il letto del torrente che bagna Montelupo Fiorentino gettandosi in Arno all’Ambrogiana, si prosciugava per il doppio del tempo: cinque mesi in secca e 9 salvataggi ad opera dei volontari.

Non è andata meglio nel 2022 con 14 operazioni di salvataggio di fauna bassa tra Pesa e Virginio ma è nel 2023 che si è raggiunto il record. In tre mesi e 9 giorni senza Pesa (dal 22 luglio al 31 ottobre, una secca posticipata e protratta fino all’autunno), si sono contanti addirittura 19 salvataggi.

Il termometro oscilla tra i 36° e i 38° anche in questi giorni, nonostante le piogge di maggio e giugno, queste temperature sono una mazzata per il fiume. Non c’è vegetazione, il calore del sole ‘cuoce’ le pietre, la sponda ha un assorbimento incredibile, è come una spugna. L’acqua evapora e l’ossigeno si dissipa anche nelle piccole pozze rimaste. Al momento siamo a "soli" tre salvataggi di carpe, avannotti, ghiozzi e barbi tiberini, ma sono diverse le morie accertate. L’ultima, il 10 luglio scorso.

"Non manca molto al prossimo salvataggio - azzardano i volontari - Se si avanti così, a breve torneremo con gli stivali e i retini in Pesa a tirar su quel che resta. Non escludiamo di intervenire alla pescaia dei Capitani". Che poi la pesca straordinaria è necessaria, ma non miracolosa. “Nonostante ci si impegni in operazioni di salvataggio, i pesci muoiono lo stesso. Entri in acqua, smuovi il fondo, si assorbe ossigeno. Salvare il 70% della fauna sapendo che senza il tuo intervento ne morirebbe il 100% è comunque una buona percentuale". Le uscite dei volontari schierati in prima linea per la salvaguardia del fiume e dei suoi pesci, non sono programmate.

Ci sono i "veterani” che monitorano costantemente la situazione per poi, in caso di necessità, attivarsi sul gruppo di messaggistica istantanea per il pronto intervento. In caso di interventi complessi si avverte il settore faunistico regionale che attiva la Polizia provinciale e Fipsas. Manca l’acqua, mancano anche le risorse umane soprattutto perchè di braccia c’è bisogno quando in molti sono in ferie. "Ogni estate - racconta chi dedica il suo tempo alla nobile causa - ci impegniamo in questa battaglia di civiltà. I veterani hanno i capelli bianchi. Non c’è ricambio generazionale". E serve, ovviamente, acqua. "Tra l’accanimento climatico e i prelievi d’acqua regolari e irregolari in 21 anni la Pesa si è disseccata. L’apice del problema, dal quale non si è più tornati indietro, è stato toccato nel 2003. Siamo preoccupati. Vogliamo gli invasi: sono l’unica salvezza o non ci sarà più vita".

Y.C.