MONICA DOLCIOTTI
Cronaca

Morte di Erika in discoteca, i parenti: «Vogliamo la verità, tante cose non tornano»

Le cugine della ragazza livornese morta: «Aveva la fobia delle pasticche, anche quando era malata. Dalla borsa mancano soldi e cellulare»

L'esterno della discoteca e il trasferimento della salma. Nel riquadro Erika

L'esterno della discoteca e il trasferimento della salma. Nel riquadro Erika

Livorno, 22 ottobre 2019 - Silvia Domenici e Linda Bernardoni, cugine di Erika Lucchesi, si chiudono la porta dietro le spalle uscendo dalla palazzina di via di Salviano. Qui in casa c’è la mamma di Erika, la ragazza di 19 anni morta nella discoteca Jaiss di Sovigliana, vicino Empoli, nella notte tra sabato e domenica.

Il babbo è a Firenze in attesa che gli restituiscano il corpo della adorata figlia.

«Ci sono cose che non ci tornano. Punti non chiari in questo dramma» sono i dubbi che lacerano Silvia e Linda e tutta la famiglia di Erika.

«La nostra bimba era con amici – vanno avanti con gli occhi lucidi, trattengono le lacrime a stento – pare sia sparita dalla loro vista per un paio di ore in mezzo alla calca dei giovani che ballavano. Quando è tornata è stata colta da una crisi epilettica, vicino al bar. Ma ci è stato riferito che in realtà sia stata trovata priva di vita tra l’interno e l’esterno del locale, dove alle 3,20 era stata già tolta la musica ed erano state spente le luci della pista da ballo. Per cui temiamo che sia stata chiamata troppo tardi l’ambulanza, se è vero che l’allarme è stato dato alle 4 del mattino...».

Le cugine proseguono: «La nostra Erika non aveva più con sé i documenti, i soldi, le sigarette che teneva nella borsetta e il cellulare, che invece avevano gli amici. Lo tenevano in tasca, pare, quando sono stati interrogati dai carabinieri che alla fine li hanno lasciti andare via. Loro hanno ripreso il treno e sono tornati a Livorno. Alla stazione è andato incontro a loro uno degli zii di Erika e lo ha recuperato. Perché i ragazzi non hanno riferito ai carabinieri che avevano il telefonino di Erika?».

Erika era arrivata in treno a Empoli con gli amici da Livorno per una serata spensierata, come deve essere quando si hanno diciannove anni. C’era andata per festeggiare il compleanno di un’amica. Ma, in mezzo ai ragazzi che ballavano a ritmo della tecno, ha accusato il malore fatale che non le ha dato scampo stroncando la sua giovanissima vita.

Sarà l’autopsia a chiarire le cause del decesso. L’unica cosa certa ora: la scia di dolore che ha causato la sua morte prematura. «Il babbo e la mamma di Erika sono annichiliti dal dolore» ci dice Linda. Al suo fianco l’altra cugina Silvia dice con un filo di voce: «La mamma di Erika è sotto sedativi. È sconvolta. La notte scorsa prima l’hanno chiamata gli amici della sua bimba per dirle che aveva avuto un grave malore. Dopo i carabinieri le hanno confermato che era morta».

«Vogliamo che si faccia luce su quello che è accaduto nella discoteca – chiedono Silvia e Linda – prima che proseguano le speculazioni dei media sulle ipotesi più disparate. Mix di pasticche e alcol? Ma Erika non ingoiava nemmeno le compresse per curarsi quando stava male. Era una sua fobia». Poi la commozione e lo sconforto prendono il sopravvento sulla rabbia. «Ho visto nascere Erika. Quando allattavo mia figlia, la sua mamma allattva lei.Non posso credere che non ci sia più ...».