Empoli, 18 gennaio 2019 - La procura di Firenze ha aperto un fascicolo, contro ignoti, per omicidio colposo per la morte del tunisino di 31 anni avvenuta a Empoli durante un fermo di polizia. Il pm Christine Von Borries ha ascoltato come persone informate sui fatti tutti gli intervenuti presso il money transfer. Lunedì sarà effettuata l'autopsia sul 32enne, Arafet Arfaoui, residente a Montelupo Fiorentino ma viveva a Livorno dove lavorava in porto. Il fascicolo è a carico di ignoti.
L'uomo, morto nella serata di giovedì 17 gennaio a Empoli, durante un controllo di polizia mentre stava dando in escandescenze, avrebbe accusato un malore mentre era a terra contenuto dagli agenti, secondo quanto si apprende.
L'episodio è avvenuto in un money transfer di Empoli e sarebbe stato il titolare del locale a chiamare gli agenti. L'uomo ha iniziato a dare in escandescenze dopo che l'esercente non ha accettato una banconota da venti euro, poi risultata falsa.
Sempre in base a quanto emerso, l'uomo avrebbe avuto le manette ai polsi. Secondo una prima dinamica, l'uomo sarebbe stato ammanettato con le mani davanti e sarebbe stato messo seduto dagli agenti. Ha iniziato a scalciare e a quel punto un agente gli ha tenuto le gambe per evitare che potesse far male a qualcuno.
Visto lo stato di profonda agitazione, è stato chiamato anche il 118. Proprio all'arrivo del 118 il tunisino è morto, perdendo i sensi in strada. L'uomo ha anche morso i poliziotti, che in nottata sono stati refertati all'ospedale di Empoli.
Il pm titolare delle indagini, Christine Von Borries, ha ascoltato il personale della polizia, ma sembra anche quello sanitario, intervenuto nelle fasi del controllo per fare luce sulla dinamica dell'episodio. Gli accertamenti su quanto accaduto sono condotti dalla squadra mobile della questura di Firenze. Intanto, commentando la vicenda, il sindacato di polizia Sap chiede taser e telecamere per gli agenti, in modo da aumentare la sicurezza e la trasparenza.
"Immigrato, con precedenti penali e fermato per aver usato denaro falso - scrive il ministro dell'Interno Matteo Salvini su Twitter - è morto per infarto nonostante immediati soccorsi. Mio sostegno ai poliziotti che, aggrediti, hanno fatto solo il loro lavoro: per fermare violento ed evitare danni si usano le manette, non le margherite".
"Fiducia" negli agenti intervenuti ieri sera a Empoli, "perché condividiamo la consapevolezza della correttezza e della professionalità dei colleghi". Lo dice Valter Mazzetti, Segretario generale Fsp polizia di Stato, Federazione sindacale di polizia che ha espresso questi sentimenti di fiducia anche al dirigente del Commissariato di Empoli, Francesco Zunino, anche lui convinto che i suoi uomini "sono persone perbene, e poliziotti dalla grande preparazione. Aspettiamo quindi con totale serenità che investigatori e magistratura facciano il proprio lavoro". "I poliziotti italiani sono un modello per l'intera Europa e sono certamente i più preparati al mondo a gestire le situazioni limitando al minimo l'utilizzo della forza a costo di pagarne le conseguenze sulla propria pelle, come purtroppo è accaduto molto spesso. Eppure - aggiunge Mazzetti - temiamo che adesso parta la solita campagna di delegittimazione della divisa da parte di coloro i quali quasi attendono con ansia vicende del genere pur di poter crocifiggere chi appartiene alle Forze dell'ordine".
"Quel che va detto, invece, è che i poliziotti non sono medici, non possono essere lasciati da soli di fronte a situazioni in cui è palese la necessità di una gestione da parte di personale sanitario. Senza contare, poi, che ancora migliaia" di poliziotti "non possono contare su strumenti indispensabili a svolgere ancor meglio il proprio lavoro", conclude il segretario di Fsp, auspicando l'arrivo di taser, spray urticanti, telecamere, microfoni "per le comunicazioni fra squadre e tutto quanto è indispensabile".