Empoli (Firenze), 20 dicembre 2024 – “In giro non c’è niente di che, in provicia la nebbia è la stessa dal 2003” cantavano i BNKR44, collettivo di Villanuova, sul palco di Sanremo. Il tema della provincia che non offre molte opzioni notturne, oltre ad essere colonna portante del movimento empolese di Scomodo, che ha provato ad ovviare al problema inaugurando l’evento “Restare”, è preponderante tra le generazioni dei “millennials”.
Vedendo la lista di locali chiusi negli ultimi anni, viene da dar loro ragione: il Seven Eleven e il Mood di Montelupo Fiorentino, il Mind di Sovigliana, l’Effe Disco di Capraia, così cronologicamente ordinati, sono gli ultimi celebri membri del “cimitero” delle discoteche, locali che per un motivo o per un altro hanno chiuso, e dei quali non si è riusciti a trovare un’alternativa valida. Sì, perchè a differenza della zona della Valdelsa, dove la scena notturna è viva e vegeta (Casablanca di Montaione, Kaleido di Castelfiorentino, Ypsilon di Certaldo), il Valdarno ha visto una sequela di chiusure che hanno lasciato i giovani della zona senza un vero locale dove si può pagare per ballare la musica messa da un dj: l’unica eccezione a questa regola è lo Ze.Ro, situato nella zona industriale del Terrafino, che tiene alto il vessillo delle discoteche dell’empolese.
Un processo lento ma regolare di chiusura di questi poli sociali giovanili, che non accenna a diminuire: la motivazione, tuttavia, non sembra essere legata ai desideri dei ragazzi, che invece lamentano la mancanza di questi locali. Oltre al già citato Ze.Ro, però, sorge un altro locale, proprio a Montelupo Fiorentino, e più precisamente nella sua zona industriale, che si è lentamente consolidato come centro nevralgico della movida empolese: è l’8bit Art Lab, un pub dove si suona musica dal vivo, che all’occorrenza può trasformarsi in discoteca e soddisfare i bisogni del pubblico più vasto.
Uno dei tre titolari, Umberto Innocenti, originario di Lazzeretto, spiega cosa significa gestire un locale nel 2024: “Abbiamo aperto nel giugno del 2016 con l’idea di proporre uno spazio che curasse sì la parte di intrattenimento, ma anche quella più artistica ed estetica: diamo spazio alla cultura proponendo spettacoli di teatro, di poesia e per un periodo anche di stand-up comedy. Avevamo già un locale in centro a Montelupo, ma volevamo valorizzare il tema della musica dal vivo: avere uno spazio qua, lontani dalle case, ci permette molta più libertà di movimento”. Dunque un locale centralissimo nella vita notturna empolese, pur essendo lontano dalla città: “Non essere proprio ad Empoli è un grande vantaggio per noi: non ci sono posti dove aprire un locale, e per i pochi che ci sono non vale la pena tentare. L’unico poteva essere il Terrafino, dove però c’è lo Ze.Ro appunto”.
Infine, un commento sulle molteplici chiusure dei locali: “Per quanto poco spende, e consuma, il pubblico di oggi, non vale la pena aprire un locale solo come investimento: serve passione per versare una somma di denaro importante in un’attività, se vuoi che questa funzioni. Il mondo dei locali notturni è attualmente in calo, ma credo che ripartirà prima o poi”.