REDAZIONE EMPOLI

MuDev e “Musei per l’Alzheimer“ Quando l’arte diventa terapia

Un nuovo appuntamento on line con il progetto ‘Musei per l’Alzheimer, lontani ma vicini’,con un obiettivo preciso da parte dei musei del MuDEV- Sistema museale dell’Empolese Valdelsa: entrare nelle case delle persone anziane fragili del territorio, superando il distanziamento sociale imposto dal Covid19 e portando i benefici dell’interazione con le opere d’arte e le arti sceniche alle persone che soffrono di Alzheimer e ai loro cari. Si è svolto ieri come ennesima tappa di un percorso che affonda le radici nel sociale. Sì, perché il progetto "Musei per l’Alzheimer", avviato nel 2013 dal museo castellano Be.Go. e sposato dal 2016 anche alla rete del MuDEV e poi alla rete delle biblioteche, mette al centro i soggetti fragili, le loro famiglie e gli operatori socio-sanitari per attività laboratoriali. In questo 2020 funestato dal Covid, si è scelto di proseguire con modalità diverse, ma non meno ricche di opportunità. Ovvero grazie al sistema di videoconferenza consentito dalle piattaforme informatiche e aperto ai soggetti che già fanno parte della rete. Per informazioni e adesioni si può scrivere a [email protected].

Partito ad aprile 2020, il progetto sperimentale del MuDEV si è svolto con modalità on line per continuare a offrire occasioni di stare insieme, opportunità di relazione, incontri e comunicazione grazie alle opere d’arte che i Musei del MuDEv custodiscono. Mettendo al centro sempre temi differenti. L’ultimo? La video-installazione dell’artista Roberta Montaruli, una delle opere all’interno della mostra Stoner (nella foto, un momento dell’inaugurazione) Landing Pages che si trova allestita nel Palazzo Pretorio di Certaldo. Il video è stato mostrato a tutti i partecipanti e a ciascuno è stato chiesto di esprimere la propria impressione, come vuole e come può: con una parola, un gesto, un suono, un’emozione. Il tutto lasciando poi spazio a una “Danzeducatrice® per un’attività che propone il coinvolgimento del corpo.