YLENIA CECCHETTI
Cronaca

L’amicizia che salva. I figli Wiktor Szoltysek nei luoghi dove il padre venne nascosto nel ’44

Il giovane soldato polacco arruolato suo malgrado nella Wermacht fuggì dalla guerra e trovò rifugio presso 3 famiglie di Castelfiorentino

Castelfiorentino, 7 giugno 2024 – Non è la prima volta che dalla Polonia raggiungono Castelfiorentino. Un lungo viaggio che vale un abbraccio. Che vale un salto indietro nel tempo, un ritorno alle origini, ad un pezzo di storia passata che merita di essere ricordata. La storia è toccante, densa di umanità e di speranza. E’quella di Wiktor Szoltysek, giovane polacco arruolato suo malgrado nella Wehrmacht (siamo nella seconda guerra mondiale) ma che nel giugno 1944 decise di disertare. Arruolato nelle Forze di Difesa tedesche, dopo l’annientamento della sua divisione a Cisterna da parte degli angloamericani, decise di togliersi l’uniforme e di risalire il Centro Italia con mezzi di fortuna, concludendo la sua fuga nelle campagne di Castelfiorentino. Qui incontrò quelli che all’epoca erano solo tre giovani. I ragazzi lo condussero da tre famiglie contadine al Molino, nei pressi del Castello di Oliveto. Il ’capoccia’ del complesso colonico, Adelindo Giorli, non ebbe esitazioni: pur nella consapevolezza di correre rischi enormi (per sé e i suoi familiari) accolse Szoltysek nella sua casa, nascondendolo in piccionaia fino al passaggio del fronte. Il disertore vi rimase in realtà tutta l’estate, annotando minuziosamente tutto nel suo diario, pubblicato postumo dai figli in tempi recenti.

Lo scorso anno c’è stato il primo incontro: i figli di Wiktor - morto nel 1972 all’età di 46 anni - sono arrivati in Valdelsa per conoscere i discendenti dei cittadini che avevano ospitato il padre. In quell’occasione, l’abbraccio ha riunito Jan e Henryk Szolysek a Roberta Casamonti, figlia di Alighiero (uno dei tre giovani castellani incontrati per la strada) e a Eleonora Bartalucci, 92enne unica testimone rintracciata ancora in vita. All’epoca dei fatti era una ragazzina di soli 13 anni. Un anno dopo, un nuovo viaggio per completare il puzzle. La tessera mancante era conoscere Ameris, una delle figlie di Adelindo (scomparso nel 1968), testimone preziosa di tutta la vicenda.

All’epoca dei fatti, Ameris era solo una bambina, ma di quel soldato polacco si ricorda ancora. Così, i Szoltysek sono tornati a Castelfiorentino per mettersi sulle tracce di un discendente della famiglia Giorli. Missione compiuta qualche giorno fa. Jan e Henryk sono stati nuovamente accolti in Valdelsa per conoscere la figlia dell’uomo, Adelindo Giorli, che in quella tormentata estate del 1944 aveva acceso la luce della speranza alla ’fuga’ del padre Wiktor. L’incontro con la figlia Ameris è avvenuto proprio al Castello di Oliveto. Subito dopo, una toccata e fuga al Molino, dove nell’estate di 80 anni fa era stato tenuto nascosto Wiktor. Il tempo di una foto ricordo nel nascondiglio paterno per i fratelli polacchi, accompagnati dall’amica castellana, e poi la visita istituzionale in Municipio. Fu un segreto mantenuto nel tempo, quello di Wiktor Szoltysek, che fece promettere il silenzio ai suoi amici castellani.

Un segreto, quello della sua presenza a Castelfiorentino, conservato nel segno della solidarietà e della fratellanza. Wiktor rimase ospite dai Casamonti, Bartalucci e Giorli fino alla Liberazione di Bologna nell’aprile del ’45. Un’esperienza straordinaria, raccontata in un diario pubblicato postumo dai figli Jan e Henryk nel 2019. "Su entrambi i lati del fronte" si ripercorre proprio questa storia che intreccia, oggi, generazioni di famiglie diverse unite dallo stesso ricordo; un’amicizia che è stata un’ancora di salvezza.

Y.C.