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Il gruppo di lavoratori ieri davanti ai cancelli della fabbrica: ieri è stata una giornata molto particolare
Montespertoli, 8 febbraio 2025 – Il radar sul tetto dello stabilimento Navico Rbu Italia srl continua a girare. È lo stesso modello che l’azienda di Montespertoli, di proprietà di Brunswick Corporation, fabbrica per navi che solcano Atlantico e Mediterraneo esportando innovazione e professionalità in tutto il mondo. Ma con il radar oggi a girare a vuoto sono anche gli umori dei 26 dipendenti. Uno in meno rispetto a quando è esploso il caso dei 27 licenziamenti in tronco (annunciati via Pec) per i lavoratori del sito produttivo di Montagnana, perché ’il fortunato’ si è salvato andando in pensione pochi giorni fa. Va peggio ai più giovani, a chi a 19 anni è appena entrato in seguito alla stage dopo la scuola e ora dovrà reinventarsi un futuro.
E poi ci sono dipendenti storici, per i quali ricollocarsi sul mercato sarà doppiamente sfidante. Tra chi ha famiglia e chi vorrebbe costruirsene una, tutti rappresentano la manodopera altamente specializzata che ha fatto della Navico il fiore all’occhiello dell’economia valdelsana. Competenze acquisite con anni di mestiere per le quali il gruppo non ha mostrato un briciolo di rispetto riconfermando la volontà di chiusura dello stabilimento, con il trasferimento della produzione in Messico.
Tutti si interrogano sul domani, chiedendo che le loro professionalità non vengano disperse. L’appello è chiaro: che grazie ad un ricollocamento coordinato dalle istituzioni si possano tutelare i destini di 26 persone – e non numeri – e delle loro famiglie. Intanto, dopo il naufragio del secondo tavolo dell’Unità di crisi in Regione, si continua a lavorare in via Romita. Il turno di ieri è iniziato come di consueto alle 8, ma con un fuori programma. Il giorno successivo alla chiusura totale da parte dell’ad di Brunswick a ogni tipo di trattativa con le istituzioni ed i sindacati, i lavoratori hanno deciso di ’occupare’ i parcheggi esterni all’azienda con le loro auto per impedire la fermata del furgone presentatosi a ritirare gli ordini. Non trovando spazio per il parcheggio il mezzo si è visto costretto a sostare davanti ai cancelli, violando il ’divieto di fermata’ all’ingresso della Navico. Così i dipendenti, a braccia incrociate, hanno chiesto l’intervento della polizia municipale. Per evitare la sanzione, il conducente si è allontanato senza prendere in consegna il materiale che avrebbe dovuto ritirare.
"Ci aspettavamo un camion bilico che non è arrivato. Abbiamo prodotti finiti, pezzi di ricambio, parti utili alla costruzione di radar, già imballati ma che non intendiamo consegnare – spiega con determinazione il gruppo di lavoratori durante la pausa pranzo –. Sono richieste di ordini partite direttamente dagli Stati Uniti. Stano spingendo per riavere indietro ciò che gli servirà per avviare la nuova produzione in Messico. L’unica arma che abbiamo? Non consegnare ciò che a Brunswick sarà utile per produrre quello che ci stanno portando via. Ecco perché abbiamo bloccato l’arrivo del furgone".
Sono giorni movimentati, "tutto cambia, viviamo minuto per minuto – proseguono in dipendenti di turno –. Ogni volta che un camion si avvicinerà per i ritiri della merce, noi faremo sciopero come abbiamo fatto oggi". Nessun picchettamento, tutte mobilitazioni pacifiche. Al cancello campeggiano ancora striscioni e bandiere. Finita la pausa pranzo, alle 14 si rientra a lavoro, con lo stomaco aggrovigliato e gli ultimi ordini da soddisfare, le ultime richieste da evadere per le ultime tre settimane di produzione". E poi stop: il vuoto. Finisce tutto.