YLENIA CECCHETTI
Cronaca

"Non lasciate che altri definiscano il vostro valore"

Tante le domande degli studenti. Da Annibali una sincera lezione di vita

Lei al centro del palco. In semicerchio, come in un abbraccio virtuale, gli studenti e le studentesse del Gonnelli. A tu per tu con Lucia Annibali.

La violenza di genere ancora uccide, cosa fare per cambiare davvero?

"Girando per le scuole, vedo quanto le esperienze di violenza riguardino già i giovanissimi, il loro modo di relazionarsi. Le cose da fare sono tante. Incontri come questi, seppur faticosi per chi come me li affronta portando il peso di una storia personale, sono un buon punto di partenza. Servono a far capire che non si è soli. Io 12 anni fa non avevo certi strumenti. Voi siete fortunati a poterli acquisire. Serviranno a proteggervi, guidarvi. A farvi capire che si può scegliere di non agire con violenza".

A volte ci innamoriamo di persone che non sono come abbiamo immaginato. Che fare?

"Capita di incontrare persone sbagliate. E’importante rendersi conto dei sentimenti che proviamo. Se non siamo felici, se non ci sentiamo valorizzati, se non abbiamo il nostro spazio di libertà è giusto andare altrove. Il promemoria? Ricordarsi di vivere la propria vita. E non aver paura di chiedere aiuto, anche se è difficile essere creduti e accettati quando si denuncia una violenza".

Lei e il suo ex compagno avete avuto contrasti prima dell’aggressione?

"L’episodio dell’acido è stata la conclusione di una serie di comportamenti violenti: violenza psicologica, un modo di rapportarsi senza amore, sbilanciato, denigratorio, fatto di bugie, schiaffi, stalking per anni. Venivo rincorsa dentro casa, me lo trovavo ovunque. L’aggressione è avvenuta dopo qualche mese dalla fine del rapporto".

Si fida ancora degli uomini?

"Mi fido delle persone, o non sarei qua. Ho l’occhio vigile, ho imparato a riconoscere le dinamiche distorte nelle relazioni e a saper gestire le persone scegliendo chi far entrare o uscire dalla mia vita".

Ha perdonato chi le ha fatto del male?

"Il perdono non è fondamentale; ci sono gesti oggettivamente imperdonabili, e non sentire la necessità di farlo non significa vivere nel desiderio di vendetta. La chiave più giusta è scegliere di concentrarsi su di sé. Mi sono focalizzata sui miei progetti. Semmai è importante perdonare se stessi, essere in pace, dirsi che non è colpa nostra per quanto accaduto".

Dove ha trovato la forza di trasformare la sua esperienza in un esempio per gli altri?

"Devo tutto alla mia volontà di ricostruire, un giorno alla volta. Ho attraversato il percorso clinico grazie alla leggerezza, all’ironia mista alla fatica e al sacrificio. Sempre col senso di orgoglio, con la speranza di farcela, con la pazienza che di fronte a un’ustione così grave è indispensabile".

Quali messaggi per noi ragazzi?

"Non lasciate che siano gli altri a determinare i vostri valori e i desideri, siate protagonisti della vostra vita. Abbiate cura di voi stessi. In un mondo che corre, rallentate e prendete il tempo per ascoltarvi".

Ylenia Cecchetti