REDAZIONE EMPOLI

"Nuova ondata con sintomi lievi Incremento costante ma contenuto"

Il direttore di Medicina interna 2 commenta il ritorno del virus: "La situazione è sotto controllo. Ma il Covid aleggia ancora: tre pazienti su dieci sono No vax e l’età media adesso si è alzata"

Ieri i ricoveri sono rimasti stabili, ma dalla seconda metà di marzo hanno ripreso a crescere. Mercoledì scorso, per esempio, ci sono stati 12 nuovi ingressi in area medica Covid. "Al momento la situazione sembra essere sotto controllo – spiega il dottor Luca Masotti, direttore di Medicina interna 2 – Notiamo un incremento contenuto, ma costante. Il trend va certamente monitorato con attenzione, ma senza allarmisti perché i casi Covid con insufficienza respiratoria adesso sono poco frequenti. Nel mio setting, per esempio, ce ce ne sono soltanto un paio: uno non è vaccinato, l’altro è fortemente immunodepresso". Chi sono i nuovi pazienti ricoverati per Covid?

"Sono persone che generalmente accedono al pronto soccorso per altre patologie e scoprono poi con il tampone d’ingresso di essere positive. Presentano, quindi, spesso sintomi del virus molto leggeri o persino assenti. Tuttavia devono essere trattati con tutti gli accorgimenti e i protocolli Covid. Nel mio setting, su 21 pazienti ricoverati, solo due sono ricoverati per complicanze dovute al virus".

I soggetti che vengono ricoverati sono vaccinati?

"In questo ultimo periodo il 70% dei nuovi ingressi è vaccinato, il restante 30% non lo è. L’età media dei nuovi ingressi si è alzata. Tra i non vaccinati ci sono spesso persone anziane con difficoltà cognitive che non hanno ricevuto le dosi perché magari i figli, contrari al vaccino, non hanno fatto somministrare loro il farmaco. Nei mesi scorsi la percentuale dei ricoverati non vaccinati era del 40%".

La crescita delle positività, nonostante la vaccinazione con tripla dose, secondo lei come si spiega?

"Uno dei motivi potrebbe essere il fatto che la dose booster è stata fatta diversi mesi fa e il vaccino inizia a perdere la sua efficacia. Dopodiché c’è anche una ritrovata libertà che favorisce la circolazione del virus. I bambini molto piccoli, non vaccinati, sono veicolo di trasmissione, ma anche gli adolescenti che sono tornati a frequentare i luoghi di ritrovo. Del resto, dopo due anni di pandemia, andava trovato un compromesso: qualche contagio in più è il prezzo da pagare per una vita sociale che possa avvicinarsi il più possibile alla normalità".

La nuova ondata e la crescita dei ricoveri allontana l’idea di tornare a una normalità in ospedale?

"Purtroppo il Covid aleggia ancora. Trattare le patologie in soggetti positivi con tute, caschi e altri sistemi di protezione limita certi accertamenti diagnostici e anche l’approccio coi familiari. Va anche detto che le armi a nostra disposizione sono nettamente migliorate e ci hanno permesso di ridurre la mortalità e i trasferimenti in terapia intensiva. L’auspicio è quello di arrivare a dedicare soltanto una nicchia dell’ospedale alla gestione dei casi Covid, liberando i reparti che potranno tornare alla loro piena attività".

Irene Puccioni