Nuovo pozzo sulla Pesa ’bocciato’. Il no alla Conferenza dei servizi: "Progetto insostenibile per il fiume"

Il Comune ha dato parere negativo a causa della tenuta dell’intero ecosistema. "Si cerchino alternative"

Nuovo pozzo sulla Pesa ’bocciato’. Il no alla Conferenza dei servizi: "Progetto insostenibile per il fiume"

Un momento dell’intervento organizzato per mettere in salvo i pesci della Pesa: l’amministrazione ha sottolineato lo stato di «grave criticità» che sta vivendo il fiume (Tommaso Gasperini/ FotoGermogli)

"Lo stato di grave criticità del torrente è evidente. Così come è palese che una delle azioni più efficaci per riportare l’acqua nella Pesa e diminuire il numero dei giorni di secca sia la riduzione dei prelievi". Lo ha dichiarato l’assessore all’ambiente Lorenzo Nesi, motivando il parere negativo espresso dal Comune di Montelupo nell’ambito della Conferenza dei servizi finalizzata alla realizzazione del ’’Pozzo 10’’. Un ’no’ arrivato a seguito della richiesta inoltrata da Acque Spa all’Autorità idrica Toscana di mandare in approvazione il progetto per un nuovo pozzo idropotabile a Montelupo, in modo da sostituire gradualmente l’attuale pozzo numero 4. Un intervento che, secondo l’amministrazione, andrebbe a compromettere ulteriormente l’ecosistema, considerando i periodi estivi di secca del fiume che causano ormai da qualche anno una moria di pesci. Il Comune chiede insomma di ridurre i prelievi da una falda che serve in parte anche Empoli e Capraia e Limite e ha chiesto al gestore di valutare in alternativa l’adozione di interventi compensativi di mitigazione, intervenendo sulla la riduzione di eventuali perdite acquedottistiche a valle.

La giunta suggerisce in particolare la creazione di "piccole riserve di risorsa superficiale per salvaguardare i pesci" (come quelle di Lecci e Bramasole) e di contribuire a realizzare l’impianto di ricarica controllata della falda ipotizzato in località Prugnolaia e di realizzare dei microinvasi di acqua collinari multifunzionali già in studio. "Il Comune di Montelupo sta lavorando nel Contratto di Fiume per programmare, insieme agli altri sessanta firmatari e a Regione Toscana, un ventaglio di interventi tesi a risolvere le problematiche emerse – ha concluso Nesi – rafforzando il sistema di monitoraggio della risorsa, immaginando la costruzione di invasi, di aree di ricarica della falda e di laminazione delle piene, di restauro della morfologia fluviale. Senza una strategia di riduzione dei prelievi tutte queste azioni rischiano però di rivelarsi inefficaci. Per questo serve una revisione urgente della normativa nazionale e regionale, che metta al centro gli ecosistemi di cui l’uomo fa parte, dando attuazione all’articolo 9 della Costituzione nella sua nuova formulazione".