Nuovo teatro, la sfida più grande: "Opera sostenibile e all’avanguardia"

Dal Viola Park al Ferruccio, parla l’architetto che si occupa del progetto: "La fine del cantiere nel 2026"

Nuovo teatro, la sfida più grande: "Opera sostenibile e all’avanguardia"

Nuovo teatro, la sfida più grande: "Opera sostenibile e all’avanguardia"

Il teatro è il luogo dei sogni. È sul palco che la cultura prende forma, la mente si attiva, il cuore diventa un tutt’uno con musica e poesia. Un luogo che a Empoli manca. E proprio questa è la sfida più grande che attende la città nel 2024: dotarsi di un nuovo polo che calamiti le iniziative culturali del territorio e non solo. Un sogno che potrà diventare realtà tramite un gruppo di professionisti con capofila Archea Associati, lo studio di esperienza internazionale guidato da Laura Andreini, Marco Casamonti, Giovanni Polazzi e Silvia Fabi, reduci dalla realizzazione del Viola Park a Bagno a Ripoli.. Dopo l’aggiudicazione dell’appalto per il progetto del Ferruccio, si parla già di lavori. "Apriremo il cantiere in estate – spiega l’architetto Laura Andreini –, dovremo realizzare il 30% della struttura entro la fine di settembre".

Architetto Andreini, quando sarà completata l’opera?

"L’intervento è finanziato dai fondi del Pnrr e abbiamo paletti molto stringenti: la fine dei lavori è prevista nel 2026".

Ci spieghi il progetto.

"Puntiamo a far nascere un parco culturale tra i più all’avanguardia nel panorama toscano. Ci saranno due sale: la prima, quella del teatro vero e proprio, potrà contenere 498 posti e si estenderà dal piano terra fino ai due piani superiori. Un’altra sala da 149 posti si svilupperà invece dal piano terra fino a quello interrato. Le due sale andranno a concatenarsi l’una con l’altra. L’idea è realizzare un polo importante non solo per Empoli".

Con iniziative di respiro regionale?

"Gli spazi sono pensati per ottimizzare l’acustica e ospitare grandi eventi culturali. La sala più piccola avrà una funzione polivalente, adatta a laboratori, teatro per ragazzi o attività legate al cinema. Sono previsti due cameroni in posizione strategica per entrambe le sale e poi dai 4 agli 8 camerini singoli".

Il progetto come nasce?

"Abbiamo seguito le linee guida emerse dal progetto di fattibilità nato da un percorso di partecipazione con cittadini e associazioni del territorio. Abbiamo ascoltato le richieste e riposizionato il teatro in modo che la ’curva’ presente nel progetto iniziale acquisti un valore più storico per la rivalorizzazione urbana".

In che termini?

"L’edificio sarà in connessione con la città tramite una strada storica come via Ridolfi: si crea una grande finestra verso il centro con uno spazio polivalente, connesso alla struttura ma indipendente, con una grande vetrata. Qui si potranno tenere eventi più piccoli come mostre o presentazioni. Il tutto si sviluppa in questa grande hall con una scalinata molto scenografica che è un po’ il tratto distintivo dei nostri progetti".

Come verrà rigenerata piazza Guido Guerra?

"L’area progettata è di circa 26mila metri quadri e vogliamo ridare qualità allo spazio urbano con un’opera contemporanea ma che ricordi il passato. Con la demolizione dell’ala ovest del palazzetto delle esposizioni nascerà una nuova piazza identificando i due edifici come quinte laterali di un grande spazio di condivisione all’aperto che potrà ospitare eventi. Sarà mantenuto il parcheggio".

Quali materiali saranno utilizzati?

"Materiali naturali e sostenibili, legati alla storia di Empoli, in particolare al vetro che puntiamo a valorizzare come elemento cardine, nel suo colore verde caratteristico dovuto alle sabbie dell’Arno. Vogliamo portare l’esperienza dell’artigianato locale alla scala architettonica".

Saranno coinvolte aziende del territorio?

"Abbiamo già contattato alcune imprese per dare seguito a una serie di collaborazioni. Speriamo ci sia anche la partecipazione di privati per rendere il polo ancora più avanzato dal punto di vista tecnologico".

Alessandro Pistolesi