
Ritrovo per Maati in piazza dei Leoni a Empoli (Foto Gasperini/Germogli)
Empoli (Firenze), 29 aprile 2025 – “Le pene in Italia ci sono, spero vengano applicate. Se chi sbaglia pagasse con la propria libertà, nella giusta misura, forse ci sarebbe più paura nel fare atti illeciti”. Sono parole cariche di dolore quelle pronunciate da Silvia Baragatti, la madre di Maati Moubakir, il 17enne di Certaldo accoltellato a morte il 29 dicembre del 2024 dopo una serata in discoteca a Campi Bisenzio. La donna si è sfogata durante un'iniziativa promossa dal comitato A-Maati nel centro di Empoli. Alla manifestazione, a cui erano state invitate le scuole del territorio, erano presenti i genitori del 17enne, le istituzioni, il centro aiuto donna Lilith, una delegazione del liceo Enriques di Castelfiorentino e Luigi Ciatti, padre di Niccolò, il giovane ucciso a 22 anni a Lloret de Mar nel 2017. Un centinaio di persone hanno percorso il centro storico imbracciando cartelli con su scritto “Basta violenze, giustizia per Maati!”, “I nostri figli devono poter tornare a casa la sera!”, “Giustizia per i nostri ragazzi!”.
“Maati non è tornato a casa dopo una serata a ballare - ha ricordato la madre -: è stato accoltellato per futili motivi con una crudeltà inaudita. Cinque coltellate e nessuno dei ragazzi del gruppo che abbia detto di fermarsi!”. Il comitato A-Maati “è nato per per fare giustizia - conclude la donna -. E’ stato creato per far capire ai ragazzi che, se dovessero commettere qualche reato, ci sono le pene. Ma è nato anche per organizzare iniziative come quella di oggi, contro ogni forma di violenza. Quella violenza che invece ci circonda. Questa società ha creato nei ragazzi una voragine: basta scegliere se riempirla con rabbia e violenza o con qualcosa di positivo. Bisogna partire dalle scuole”.
“Dopo 7 anni siamo riusciti a ottenere una condanna definitiva per l'assassino. I giudici l'hanno scarcerato e ora è latitante da oltre 2 anni. Non si può far scappare un assassino. Chiediamo giustizia che spesso diamo per scontato", ha detto Luigi Ciatti. "Rivivo in continuazione nella mente quella sera quando mio figlio ha perso la vita - spiega ancora -, quando un coetaneo ha deciso di togliergli la vita. Sono atti volontari. Sarebbe bastato che i buttafuori o altri ragazzi intervenissero per salvarlo, un'indifferenza che è tragica".