"Onorato di poter servire la città. Ho imparato che l’ascolto è vitale"

La lunga attesa nella sede del Pd, poi il corteo fino a piazza dei Leoni e la festa con tanti sostenitori. Mantellassi promette: "Sarò il rappresentante di tutti e mi metterò subito al lavoro sui temi più caldi".

"Onorato di poter servire la città. Ho imparato che l’ascolto è vitale"

"Onorato di poter servire la città. Ho imparato che l’ascolto è vitale"

di Elisa Capobianco

Le ultime ore, quelle decisive, le ha volute trascorrere lì, nella casa del Pd. Gli occhi puntati sui numeri, seggio dopo seggio. Poi l’esplosione di gioia. Le urla, le lacrime, l’abbraccio degli amici e dei compagni di questa lunga avventura. "Andata ben oltre le aspettative...", ripetono come un mantra i suoi. Alessio Mantellassi è uscito a fatica dalla porta, tanta era la folla che l’aspettava in via Fabiani. "Alessio, Alessio. Vieni fuori, sindaco!". E giù applausi mentre i veterani distribuivano le magliette blu marchiate “Una storia empolese“. A ’benedirlo’ già nei primi minuti dall’elezione c’erano tanti big: Brenda Barnini in primis con gli occhi lucidi, ma anche il senatore Dario Parrini e il consigliere regionale Enrico Sostegni. Nessuno nega che sia stata una vittoria sofferta, arrivata però alla fine con una percentuale importante.

"Il 60% ci consegna una grande responsabilità. Dal ballottaggio ho imparato che non bisogna mai dare niente per scontato e che è necessario lavorare con grande umiltà, in ascolto di tutti. Io ho avuto fiducia negli empolesi: decidono sempre loro e a loro andrà il mio impegno totale per i prossimi cinque anni – le prime parole da sindaco –. Ci hanno chiesto di andare al ballottaggio, abbiamo risposto confrontandoci con loro. In questi giorni ho sentito un clima di grande ottimismo. Sono stati mesi intensi di ascolto, in cui ho imparato anche tanto. Voglio dire grazie a chi è andato a votare, per me o per Leonardo Masi che voglio ringraziare, così come ringrazio gli altri tre candidati sindaco. Ma il riconoscimento più grande lo devo alla mia città: è un onore poterla servire per un giovane empolese, il sindaco più giovane della nostra storia". Il pensiero poi alla famiglia – il saluto più commovente quello al babbo – e ai tanti volontari di una campagna elettorale lunga otto mesi ("Grazie anche ai volontari di Masi", ha detto).

Un corteo di cori e bandiere dem ha accompagnato Mantellassi fino a piazza dei Leoni con vari pit stop per stringere mani e scambiare battute con i passanti. Ad attenderlo nel cuore del centro tanti sostenitori ma anche il rivale Leonardo Masi. Ed ecco servita un’altra bella prova di fair play: pacca sulla spalla e complimenti reciproci. Poi ancora applausi e gente in fila per i saluti con Mantellassi che ha annunciato di esser già pronto a mettersi al lavoro "da domattina" (oggi per chi legge, ndr), perché ci sono bilanci da definire e tante faccende di cui prendersi subito cura, un tema su tutti quello della sicurezza ma anche i tanti spunti recepiti soprattutto dalle zone della città che hanno "dato segnali di sofferenza".

La festa si è conclusa al comitato elettorale con un brindisi e il discorso ufficiale. "Ce l’abbiamo fatta – ha rincarato la dose Mantellassi commosso –. Grazie a tutti per questi mesi molto impegnativi. Per arrivare a questo risultato che ci dà grande soddisfazione... che fatica! Abbiamo lavorato tanto con correttezza, con grande rispetto di tutti e della città. Abbiamo lavorato in ogni frazione, siamo andati a parlare con tutti, a raccogliere i consigli e le critiche, a capire dove e come si poteva fare meglio o di più. Questa è la vittoria dell’intera squadra che mi ha supportato e sopportato, e della coalizione. Il ballottaggio ha dimostrato la nostra tenacia: non ci siamo lamentati, dati colpe, abbiamo continuato a lavorare pancia a terra. Io sono un giovane empolese che vive in questa città, che ama questa città. Trovarsi adesso a rappresentarla è un orgoglio immenso". Momento toccante i ringraziamenti alla sindaca uscente con Mantellassi che ha ricordato l’esordio insieme a 18 anni: "Facciamole un grande applauso". E l’applauso c’è stato ed è andato avanti per almeno un minuto. Poi la sigla finale con tutti che hanno intonato “Bella ciao“ prima di raggiungere il Municipio.