Indagare il valore della vita attraverso la scienza è possibile? A dare una risposta ci prova Osca De Summa con il suo ultimo spettacolo "Rette parallele sono l’amore e la morte", che domani sera alle 21 al Minimal Teatro di Empoli sarà rappresentato per la terza volta in Italia dopo l’anteprima nazionale al Romaeuropa Festival e la parentesi al Teatro delle Moline di Bologna fino a domenica scorsa. L’appuntamento fa parte del cartellone della rassegna "Teatro Contemporaneo" promossa dalla compagnia empolese Giallo Mare.
Com’è tornare a Empoli?
"I ragazzi di Giallo Mare Minimal Teatro sono sempre molto accoglienti e quando vengo qui mi trovo sempre bene. Ho già portato altri due spettacoli a Empoli".
Come sono andate le prime rappresentazioni?
"Molto bene, sono soddisfatto. A Bologna abbiamo fatto sold out tutte le sere, ricevendo sempre un grande apprezzamento dal pubblico".
Da dove nasce quest’opera?
"Avevo cominciato a scrivere della storia d’amore impossibile vissuta da una ragazza che conoscevo ai tempi in cui vivevo in Puglia, poi due o tre giorni dopo sono casualmente venuto a sapere della sua morte, avvenuta proprio il giorno in cui avevo iniziato a scrivere il testo. Poi incappo fortuitamente in un libro di fisica quantistica in cui si mettono in relazione tempo e spazio, in particolare c’è un esperimento detto ’entanglement’, il quale dice che se mettiamo in relazione due particelle per un tempo sufficiente poi, anche se le separiamo, queste restano collegate tra di loro. Con questo spettacolo, quindi, proviamo a dare un’interpretazione al valore della vita ma chiaramente non c’è soluzione perché la vita è molto più complessa. Al di là che mi auguro sia uno spettacolo in grado di far riflettere lo spettatore, ci sono anche momenti brillanti, in cui si ride".
Si sente più autore, attore o regista?
"Diciamo che nel teatro mi piace fare tutto, quando vengo chiamato come attore è per la capacità di gestire lo spazio teatrale, ma ciascuno di questi ruoli serve all’altro quindi non riesco a scegliere".
Nuovi progetti nel cassetto?
"Uno già in rampa di lancio, che debutterà a marzo 2025 e si intitola “Infondate accuse di assenza“, un giallo filosofico imperniato sulla storia di una ragazza assente a se stessa, che è anche un’accusa alla nostra società, pronta a distrarci con un’infinità di possibilità".
Quale è lo stato di salute del teatro?
"Non buono, purtroppo durante la pandemia il pubblico si è disaffezionato al teatro e non riusciamo più a recuperarlo. Poi, certo, la riforma Franceschi non sta aiutando, vista la penalizzazione del teatro di giro, alla base della cultura teatrale italiana, come invece sta accadendo per esempio in Germania e Francia".
Chiudiamo facendo un invito al pubblico empolese a non perdersi questo spettacolo.
"Il testimone cambia l’esperienza, come si suol dire, nel senso che il rapporto attore-pubblico di ogni spettacolo è irripetibile, poi si ride e si piange insieme, cosa si può chiedere di più? Intercettare i gusti del pubblico, che a teatro vanno molto veloci, non è facile, quello che posso dire è che è una bella storia".
Simone Cioni