Empoli, 30 aprile 2022 - Distrutti da turni massacranti, stressati da ritmi di lavoro insostenibili. Sono sempre di più i medici ospedalieri che scappano dal pubblico verso il privato alla ricerca di condizioni lavorative più favorevoli. "Ogni anno dal San Giuseppe se ne va il 3-4% del personale, circa una decina di medici all’anno", spiega il dottor Franco Nassi, segretario Anaao Assomed (associazione medici e dirigenti sanitari italiani) per l’Asl Toscana centro.
Nassi conosce bene e da vicino la situazione, in quanto medico cardiologo in servizio all’ospedale di viale Boccaccio. "I colleghi se ne vanno perché le condizioni di lavoro sono peggiorate - sottolinea lo specialista – Con il personale ridotto all’osso è sempre più difficile fare riposi e vengono accumulate ferie che non possono essere smaltite".
I reparti dove si registra un esodo maggiore sono il pronto soccorso, ma anche la pediatria e la ginecologia. "Nel caso del pronto soccorso c’è una grossa sofferenza, perché mancano tanti medici – dice Nassi –. Nessuno vuole più prestare servizio nell’emergenza urgenza. A Empoli e a Prato manca il 40% del personale. Come sindacato abbiamo avanzato alcune proposte per cercare di migliorare il servizio. Per esempio, l’assunzione di specialisti di medicina interna che potrebbero andare a dare una mano ai medici di pronto soccorso".
Per quanto riguarda pediatri e ginecologi, la scelta di molti professionisti di dare le dimissioni dal pubblico è dettata dalla possibilità di godere di una qualità di vita migliore andando a fare il pediatra di base o lavorando in strutture private, "dove – sottolinea il segretario Nassi – lo stress è notevolmente minore e la remunerazione maggiore". A coloro che decidono di andarsene volontariamente si aggiungono poi i medici che non appena raggiungono l’età pensionabile lasciano il camice bianco senza nostalgia.
"Secondo una ricerca di Anaao Assomed – dice il segretario dell’Asl Toscana centro – il servizio sanitario nazionale ha perso complessivamente circa 20mila medici specialisti. E le prospettive per il futuro disegnano uno scenario altrettanto preoccupante". La soluzione ci sarebbe.
"Sta tutta racchiusa in una semplice frase: bisogna assumere nuovo personale – dice Nassi - Chi va in pensione non viene sostituito, perché dalla Regione c’è un blocco. Le aziende sanitarie per assumere da graduatorie pronte devono avere l’avvallo della Regione, che però non lo dà. Il motivo? Probabilmente è di natura economica. Il deficit della nostra sanità regionale ammonta a 91 milioni di euro. La Toscana è tra le regioni d’Italia con il bilancio peggiore. Ci dovrebbero spiegare - conclude Nassi - come sono stati spesi tutti quei soldi o come negli anni si siano accumulati tanti debiti".
Irene Puccioni